Una lettura cantata della serie di Maurizio De Giovanni al Teatro Carcano
Cari
lettori,
nuovo
appuntamento con i nostri “Consigli teatrali”, che, questa volta,
sono anche un po’ libreschi!
Lo
scorso autunno, se ricordate, vi avevo parlato con entusiasmo della
serie di Maurizio De Giovanni ambientata negli anni ‘30 di Napoli,
che ha per protagonista il commissario Ricciardi.
In questo post vi avevo presentato la prima parte della serie, in questo la seconda. Inoltre, quest’estate, ho inserito nei preferiti di agosto il capitolo conclusivo di questa bellissima storia.
Potete
immaginare quanto sia stata contenta, poche sere fa, di assistere
allo spettacolo Canzoni per il commissario Ricciardi, di e con
Maurizio De Giovanni, davvero imperdibile per chi, come me, ha amato
leggere i romanzi.
Vediamo insieme in che cosa consiste!
La
cornice canora e musicale
Più
che di uno spettacolo teatrale vero e proprio, si tratta di una
lettura recitata e cantata di alcune pagine dei romanzi della serie.
Maurizio
De Giovanni, creatore di Ricciardi, qui nella veste (per lui
tutt’altro che insolita) di cantastorie, legge ad alta voce,
accompagnato da Marianita Carfora, la quale intervalla la lettura con
le canzoni più belle della tradizione napoletana, alcune delle quali
sono citate all’interno dei romanzi stessi.
L’accompagnamento
musicale di Giacinto Piracci, Zac Alderman e Marco Zurzolo (chitarra,
fisarmonica, sax) contribuisce a creare una bellissima atmosfera che
non può non rimanere impressa nel cuore dello spettatore.
Oltre
alla cornice musicale propriamente detta, ve n’è un’altra
narrativa, sempre e comunque a tema musica. Maurizio De Giovanni,
insieme ad Annamaria Russo, che ha curato la scrittura scenica,
immagina che a raccontare le storie siano due suonatori: il giovane
apprendista ed il vecchio insegnante che il lettore ha conosciuto
leggendo Serenata senza nome e Rondini d’inverno.
Il
suonatore più anziano imbraccia lo strumento, che al lettore
sembra una chitarra ma poi si rivela essere il mandolino, uno degli
oggetti chiave della tradizione partenopea, ed il ragazzo si chiede
che cosa quell’uomo, ormai diventato leggenda, possa ancora
suonare, dal momento che le sue mani sono tutte deformate
dall’artrosi. Il vecchio insegnante, che ha intuito i pensieri del
suo apprendista, gli fa notare che non si suona solo con le mani, ma
anche e soprattutto con il cuore, e gli insegna alcune storie, che
poi si trasformano in canzoni.
Le
storie raccontate
La
serie del commissario Ricciardi è fatta di personaggi che il lettore
ha ormai imparato a conoscere ed amare: il protagonista, tanto giusto
e determinato quanto malinconico; il brigadiere Maione, devoto alla
famiglia ed agli amici; lo scanzonato e ribelle dottor Modo; la
materna tata Rosa; la timida vicina di casa Enrica; l’affascinante
cantante d’opera Livia; il misterioso Falco, poliziotto fascista…
e tanti altri ancora.
I
personaggi principali dei romanzi saranno sicuramente protagonisti
della fiction che è in lavorazione e che credo uscirà nei primi
mesi del 2020, ma non sono al centro delle storie raccontate in
questo spettacolo teatrale.
Oltre
a Ricciardi ed ai suoi, infatti, c’è una moltitudine di personaggi
secondari che popola questi bellissimi romanzi: si tratta degli
abitanti della Napoli anni ‘30, che, tra un capitolo e l’altro
delle (dis)avventure di Ricciardi, si raccontano al lettore.
Maurizio
De Giovanni ha scelto queste storie ed ha fatto sì che questi
personaggi in secondo piano diventino protagonisti per una sera.
Le
pagine lette ad alta voce sono tratte principalmente dai romanzi
relativamente più recenti di Ricciardi (In fondo al tuo cuore,
Serenata senza nome, Rondini d’inverno, Il Purgatorio dell’angelo).
Le scelte dell’autore mi sono piaciute molto; credo che anche i
primi romanzi, quelli dedicati alle stagioni ed alle festività, ci
avrebbero dato delle soddisfazioni, ma forse, chissà, saranno
protagonisti di un prossimo spettacolo!
La
felicità e la miseria dell’uomo
I
personaggi secondari dei romanzi di Ricciardi contribuiscono a far
comprendere al lettore quanto possa essere difficile, per il
commissario, vivere nella Napoli degli anni ‘30, una città
brulicante di passioni, di contrasti sociali, di difficoltà
quotidiane, e non avere altra scelta che vedere e sentire tutto,
compresa l’ultima frase di chi è appena andato incontro ad una
morte violenta.
I
protagonisti che Maurizio De Giovanni porta sul palcoscenico non
potrebbero essere più diversi dal punto di vista sociale: un
importante medico e professore, il malvivente che controlla un rione,
un attore famoso, una portinaia, un maestro di musica in pensione, un
ex pugile, una poverissima venditrice di fiori…
Tutti,
però, sono accomunati da due importanti caratteristiche.
La prima è
la costante ricerca della felicità, che spesso corrisponde all’amore
vero e che dona all’uomo attimi di pura beatitudine, prima di
sparire, forse per sempre.
La
seconda è la miseria che invade i cuori degli uomini quando la
felicità è stata crudelmente sottratta, oppure quando sembra troppo
difficile da raggiungere. È quella sensazione di disperazione che
spinge le persone a vendicarsi, a far involontariamente del male a
chi amano, a litigare per poche monete, ad illudersi che chi non c’è
più sia ancora con noi… ed a commettere quei delitti che il
commissario, tormentato dal “Fatto” (la visione dei morti), non
può non risolvere.
Quelle
che vengono lette sul palcoscenico sono pagine che al lettore di
Ricciardi sono note da tempo, e sono persino attese, perché sono una
vera rarità, se non un unicum, nel panorama dei gialli
italiani. Per ogni romanzo di questa serie c’è un tema da
rispettare: una stagione dell’anno, una importante Festività, il
cuore (sia nel senso di passione che di ex voto), la confessione (non
solo religiosa), l’alba, le falene, persino la musica ed il
palcoscenico. A dispetto di questa straordinaria varietà di
tematiche, che la penna di De Giovanni esprime con incredibile
emozione, l’essere umano resta sempre uguale, in bilico tra gioia e
disperazione, e, nel caso di questi romanzi, costretto anche a vivere
un momento storico particolarmente delicato.
Per
Maurizio De Giovanni, dopo le tante presentazioni de Il pianto
dell’alba, la lettura recitata non è più una novità:
tuttavia, la bravura della cantante e dei musicisti e la
straordinaria bellezza delle canzoni partenopee proposte trasformano
la lettura in un vero e proprio spettacolo teatrale che pone al
centro il potere evocativo della parola e della musica.
Lo
spettacolo è stato in scena il 21 ottobre al Teatro Carcano di
Milano, poi ha proseguito in direzione di Bologna e di altre città
d’Italia. So che Maurizio De Giovanni è spesso in “tour”, tra
questo spettacolo, presentazioni e letture accompagnate dalla musica,
quindi vi consiglio, se siete interessati, di seguire i suoi social
per avere qualche news in più.
Voi
avete visto questo spettacolo? So che è già stato messo in scena a
Napoli, a “casa” del commissario, ed in altre città d’Italia!
Che
ne pensate dei romanzi? Vi sto convincendo ad iniziare la serie? :-)
Fatemi
sapere!
Grazie
per la lettura, al prossimo post :-)
Cara Silvia, a me non resta che augurarti una buona lettura!!!
RispondiEliminaCiao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Ciao Tomaso, grazie mille! Questi romanzi sono bellissimi, vale sempre la pena di rileggerli! :-)
EliminaIo ho scritto un post dedicato alla serie Tv del Commissario Ricciardi che andrà in onda nel 2020, ecco il link ➡ http://gattaracinefila.blogspot.com/2019/10/tre-investigatori-fuori-dal-comune-il.html
RispondiEliminaLo spettacolo non l'ho visto ma sembra molto interessante! :)
Ciao Vanessa! Vado a leggere il tuo articolo :-) Lo spettacolo a me è piaciuto molto!
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