giovedì 28 giugno 2018

I PREFERITI DI GIUGNO 2018

Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese




Cari amici,
siamo già a fine giugno e non ci posso credere!

Questo mese è stato per me davvero intenso, sia per i tanti impegni di ogni genere, sia per importanti avvenimenti che si sono concentrati tutti in queste settimane.

Come ogni mese, però, procediamo con ordine e vediamo che cosa mi è piaciuto, dai romanzi ai film, dalla musica alla poesia!




Il libro del mese



Un battito d’ali di Sveva Casati Modignani è un libro breve ma davvero imperdibile per chi, come me, ama l’autrice ed ha letto quasi tutti i suoi romanzi.

Si tratta di una sorta di autobiografia: una lunga lettera al padre nella quale la scrittrice ripercorre alcuni aspetti della sua vita, e in particolare le varie tappe della sua carriera.


La guerra non è finita da molto quando la giovane Bice (vero nome di Sveva) viene praticamente costretta dalla madre ad interrompere gli studi letterari per mantenere la famiglia. 

Il suo primo impiego è come segretaria presso una piccola azienda a conduzione familiare, ma ella si sente schiacciata dalla monotonia e trova un lavoro presso una galleria d’arte. Questo suo nuovo lavoro le permette di conoscere nomi di primissimo piano del XX secolo, da Fontana a De Pisis.

Quando questa sua avventura si conclude, Bice decide di dedicarsi al giornalismo ed in breve tempo riesce a conoscere tutte le personalità più importanti del tempo, tra attori ed industriali, soubrette da copertina e scrittori. Il percorso che la porterà a diventare una scrittrice è lungo, ma non privo di soddisfazioni, imprevisti e sorprese…


Un battito d’ali porta noi giovani del 2018 in un mondo completamente diverso da quello che noi viviamo oggi. Un universo nel quale era possibile fare carriera anche senza un grande titolo di studio, reinventarsi ogni volta che lo si desiderava, ottenere un lavoro il giorno stesso che lo si cercava.

Al di là delle osservazioni di tipo sociale ed economico, però, ciò che mi ha colpito di più sono proprio i ricordi che Bice/Sveva condivide con noi lettori: solo leggendo questo breve romanzo ho capito che nelle sue eroine c’è davvero tanto di quello che ha vissuto lei in prima persona.



Il film del mese



Il protagonista di questa originale pellicola, Lo chiamavano Jeeg Robot, è Enzo Ceccotti, un delinquente di serie B che vive a Tor Bella Monaca (periferia malfamata di Roma) e sopravvive di stenti.
È una persona abbastanza triste, solitaria, che sembra non avere uno scopo nella vita.

Un giorno, per scappare da alcuni criminali, cade in un’ansa del Tevere piena di rifiuti radioattivi. Ne riemerge che è diventato invincibile, dotato di super forza e impossibile da ferire.

Mentre ancora cerca di comprendere quello che gli è successo, si rende conto che Roma è sempre più messa a soqquadro da clan rivali che tentano di controllare le piazze dove avviene lo spaccio e seminano il terrore in città. Inoltre, un boss completamente pazzo minaccia ripetutamente una sua vicina di casa, la giovane figlia di un suo amico morto da poco.

Enzo è tutto tranne che un eroe, ma, alla luce di questa sua nuova condizione, non può fare a meno di accettare il ruolo…


Con i cinema ed i cineforum perlopiù in “pausa estiva”, ho voluto parlare di un film un po’ più vecchio, ed ho scelto Lo chiamavano Jeeg Robot per un motivo molto semplice: di norma, i film dei supereroi mi annoiano moltissimo (mi sono anche addormentata nel corso della prima mezz’ora di Avengers).

Contro ogni pronostico, invece, questa storia molto poco americana ed “eroica” e molto più semplice, sofferta, fatta di quotidiana disperazione mi ha veramente colpito. 

L’intento del regista di “omaggiare” a modo suo la Marvel è evidente, ma la pellicola è ricchissima di elementi originali.
Bravissimi Claudio Santamaria e Luca Marinelli, che riescono a dare vita ad una versione nostrana di Batman e Joker.



La musica del mese



I primi dieci giorni del mese sono stati caratterizzati da tante, tante ore di prove per il saggio di danza. Quest’anno ho preparato nove coreografie, tutte molto diverse tra loro sia come musica che come tipologia. 

Tra queste, ho scelto due canzoni che mi sono sempre piaciute molto e che ho amato mettere in scena.


La prima è Say Something, del gruppo A big great world insieme a Christina Aguilera. La canzone, lenta e struggente, racconta il momento di un addio. Non si comprende chi siano realmente i protagonisti della storia, ma chi la racconta comunica all’ascoltatore un grande dolore ed una certa frustrazione nel rendersi conto che è arrivato l’ultimo capitolo.


Ed io ingoierò il mio orgoglio
tu sei la persona che amo e ti sto dicendo addio
Di’ qualcosa, sto rinunciando a te
Mi dispiace non essere riuscita ad arrivare a te
e ti avrei seguito ovunque
di’ qualcosa, sto rinunciando a te




La seconda canzone, Vivere, è cantata da Andrea Bocelli e Gerardina Trovato. 
La voce femminile, interpretata dalle mie amiche del corso di danza classica, vestite di bianco e verde, è portatrice di una visione disincantata della vita, tra tristezza e rassegnazione. 
La voce maschile, invece, sulle cui note abbiamo ballato noi del corso di danza moderna, in nero e verde, cerca invece di trasmettere speranza e positività.


Vivere...cercando ancora il grande amore
vivere...come semmai dovessimo morire
vivere...per poi capire all’improvviso che
questa vita tu l’hai vissuta.
Ti dico no...ti dico sì…
ti dico che… ho voglia di vivere.



La poesia del mese



Per il mese di giugno ho scelto questa poesia di Saffo, dal titolo Un boschetto di meli, che presenta una vera e propria festa della natura.


Un boschetto di meli: sugli altari
bruciano incensi.
Mormora fresca l’acqua tra i rami
tacitamente, tutto il mondo è ombrato
di rose.
Stormiscono le fronde e ne discende
un molle sonno
e di fiori di loto come a festa
fiorito è il prato, esalano gli aneti
sapore di miele.



Le foto del mese



Come vi ho raccontato anche nei preferiti del mese, venerdì 8 giugno c’è stato il tanto atteso e tanto preparato saggio di danza. 
Eccoci qui, tutte sorridenti sul palco, tra coriandoli e palloncini, pochi minuti dopo l’ultima coreografia.




Nel corso di questo mese si è sposata la mia cara amica Cristina. Mi pare impossibile che siano passati quasi 10 anni da quando ci siamo conosciute, eppure… eccoci qua! Questo è uno scatto del suo addio al nubilato, tra un’escape room e una cena in trattoria…




...ed eccoci insieme alla sposa nel grande giorno!




Questo è stato il mio mese di giugno, e, come avrete intuito, non mi sono per niente annoiata! 

E voi? Che cosa vi è piaciuto di queste ultime settimane?
Che cosa avete da consigliarmi?
Fatemi sapere!
Grazie per la lettura, ci rileggiamo a luglio :-)

lunedì 25 giugno 2018

LE INDAGINI DI ROCCO SCHIAVONE

I più bei gialli scritti da Antonio Manzini




Cari lettori,
per la nostra rubrica “Letture...per autori”, oggi ci dedichiamo ad una serie di gialli che, dopo la visione della fiction relativa ormai più di un anno fa, mi ha sempre più interessato: quella creata dalla penna dello scrittore Antonio Manzini.


Il suo “eroe per caso” è il vicequestore Rocco Schiavone, romano d’origine, ancora intimamente legato alla Città eterna, ma costretto dai suoi superiori ad un trasferimento ad Aosta.

Ad un primo approccio dei suoi nuovi colleghi, Rocco è tutto tranne che simpatico: è burbero, fuma troppo, si rivela molto solitario, è piuttosto sgarbato coi colleghi, rischia di diventare aggressivo con i criminali e non fa alcuno sforzo per adattarsi allo stile di vita (ed al clima) valdostano.
Egli litiga con gli agenti Deruta e D’Intino, da lui ritenuti incapaci ed imbranati; si avvale della preziosa collaborazione dei giovani ispettori Pierron e Rispoli; scherza, non sempre amichevolmente, col medico legale Fumagalli e con il giudice Baldi. Ciò nonostante non perde mai di vista il suo obiettivo, ovvero trovare i colpevoli e render loro la vita un inferno…un po’ come la sua.

Già, perché il cupo vicequestore nasconde tanti tristi segreti, a partire dai suoi tre amici del cuore romani, tre avanzi di galera con i quali spesso si dedica ad operazioni poco ortodosse, fino ad arrivare alla morte dell’amatissima moglie Marina, avvenuta in tragiche circostanze sei anni prima.


Leggere un giallo della serie dedicata a Rocco Schiavone significa entrare nel complicato mondo di questo personaggio oscuro ed affascinante allo stesso tempo. Ecco quelli che ho letto e vi consiglio!



LA PISTA NERA



Champoluc, località turistica vicino ad Aosta, pieno inverno. Un uomo sta guidando piuttosto distrattamente un gatto delle nevi, deciso a risistemare la pista da sci prima della fine della serata. Per poter scendere a fondovalle e non rovinare il lavoro fatto, decide di prendere una scorciatoia, ma un rumore sordo blocca improvvisamente il mezzo. Con suo sommo orrore, l’uomo si rende conto di aver appena messo sotto (e smembrato) il cadavere di un uomo.

Questo è il primo caso serio che viene affidato a Rocco Schiavone, appena arrivato ad Aosta e costretto suo malgrado a scalare i monti e ad avventurarsi in località innevate per motivazioni tutt’altro che turistiche.
L’uomo ucciso è un siciliano trapiantato al nord, gestore di una sorta di rifugio insieme a Luisa, la bellissima moglie.
Le piste da seguire sono molteplici: c’è quella passionale, quella che porta alla vicina scuola da sci, quella che indaga i rapporti con fratello e cognata. 

Rocco Schiavone, infastidito dall’ennesima “rottura di coglioni di decimo grado” (come lui chiama gli omicidi), tenta di non perdersi d’animo. Nel frattempo, egli coinvolge il suo intelligente sottoposto Italo Pierron in un’operazione poco pulita con l’amico Sebastiano. Come se la caverà? 


Anche un piccolo angolo di Paradiso come Champoluc può nascondere delle insidie, proprio perché è una comunità chiusa all’interno della quale tutti sono parenti, o quasi. Nonostante l’inverno ed il biancore della neve, questo è un romanzo decisamente nero, come scritto nel titolo.



LA COSTOLA DI ADAMO



Una mattina di marzo una donna ucraina di mezza età entra in una delle case signorili nelle quali è solita fare le pulizie e si accorge che qualcosa non va: la cucina è sottosopra ed in camera mancano dei preziosi. Spaventata all’idea che i ladri siano ancora in casa, ella chiama le forze dell’ordine.
Il vicequestore Schiavone, arrivato sul posto, si rende conto che non ci sono più furfanti in casa, ma che nello studio dell’appartamento c’è il cadavere della padrona di casa, che sembra essersi impiccata. 

Inizialmente convinto che si tratti di suicidio, viene costretto a ricredersi dopo le affermazioni dell’anatomopatologo. L’omicidio nel corso di una rapina sembra essere l’ipotesi più probabile, ma non è l’unica strada percorribile.

Nel frattempo Rocco viene contattato da un suo ex collaboratore di Roma, che lo prega di aiutarlo riguardo alla delicata questione che aveva comportato il suo trasferimento ad Aosta.


La costola di Adamo è un noir che denuncia senza mezzi termini tutte le forme di violenza, ricatto, sopruso a cui le donne vengono ancora spesso sottoposte, dopo secoli di emancipazione e di ricerca della parità dei diritti. 
Rocco Schiavone, con tutti i suoi difetti ed i suoi problemi a rapportarsi con l’altro sesso, diventa sempre più consapevolmente un paladino delle figure femminili di questo romanzo, che solo con il burbero vicequestore sembrano sentirsi protette.




NON È STAGIONE


La primavera è arrivata ovunque, ma non ad Aosta, dove persino ad inizio maggio la neve continua a cadere incessante. L’umore di Rocco Schiavone, come al solito, è tutt’altro che roseo. Egli si sente ancora invischiato in una vecchia storia che di tanto in tanto lo riporta ancora a Roma, e non certo per divertimento.

Nemmeno ad Aosta, però, il lavoro sembra essere semplice. Chiara, la figlia adolescente della ricca famiglia Berguet, è misteriosamente scomparsa.
Rocco intuisce subito che i genitori della ragazza hanno più di un segreto da nascondere, così come i loro “consuoceri”, il padre e la madre del fidanzato di Chiara.

Per poter indagare meglio, però, Rocco è costretto ad abbandonare le sue serate di solitudine e ad infiltrarsi nell’ambiente della buona società di Aosta, che non gli è molto congeniale. Egli, però, deve farlo, perché da qualche parte, in una baita sperduta in mezzo alla neve, c’è Chiara, legata ed indifesa, che prega di poter essere salvata…


Non è stagione è un romanzo più complesso ed articolato dei due precedenti: il giallo canonico si mescola al thriller d’azione, in una sorta di corsa contro il tempo. Per Rocco, in definitiva, le difficoltà aumentano, sia dal punto di vista professionale che da quello privato.




ERA DI MAGGIO/PULVIS ET UMBRA




Di questi splendidi e complessi romanzi ho già parlato in questo e questo post
Non mi ripeto, ma vi consiglio di cuore di cliccare sui link.



07/07/2007



Roma, qualche anno prima dei gialli ambientati ad Aosta. 

Un ragazzo di “buona famiglia” scompare improvvisamente e viene ritrovato morto poco dopo in una cava abbandonata. Gli inquirenti sospettano il coinvolgimento di altri suoi coetanei ed iniziano a pensare che la vittima ed i suoi amici si siano cacciati in qualcosa più grande di loro.

A capo delle indagini c’è un Rocco Schiavone più giovane e molto meno cupo, anche se sempre un po’ al di sopra delle regole. 

In questo momento la sua vita privata è molto difficile: la moglie Marina ha infatti appena scoperto i “traffici poco leciti” che egli compie con i suoi tre amici storici ed è andata a vivere dai suoi genitori. 


07/07/2007 è un romanzo in bilico tra giallo e noir, nel corso del quale la linea di separazione tra legge e crimine, tra poliziotti e giustizieri si fa incredibilmente sottile. La storia raccontata fa comprendere meglio al lettore l’origine del grande dolore e del senso di rabbia che il nostro protagonista si porta dietro costantemente.



CINQUE INDAGINI ROMANE PER ROCCO SCHIAVONE


Questa raccolta di racconti si colloca, dal punto di vista temporale, a metà strada tra la storia raccontata in 07/07/2007 ed i romanzi ambientati ad Aosta.

Il vicequestore Rocco Schiavone sa che verrà trasferito, ma non sa dove, e, nel frattempo, si dedica ai suoi ultimi casi romani con la malinconia di chi sta per lasciare casa sua.

A Capodanno, festa che egli non sopporta, si ritrova ad indagare per l’uccisione di un povero ed anziano accattone presso il mercato.

A Ferragosto viene convocato ad Ostia, e non certo per andare al mare, bensì per risolvere il mistero che si cela dietro una rapina in banca compiuta in modo assolutamente stravagante.

A Natale è costretto a fronteggiare il dramma familiare di due anziani coniugi morti in casa, con un figlio che lavora lontano ed un altro ben noto alle forze dell’ordine.

Il Carnevale lo vede alle prese con l’uccisione di un uomo anziano, che è stato sfigurato ed evirato di fronte ad un noto locale notturno, e che era considerato da tutti una persona tranquilla e senza nemici.

Quando, infine, egli decide di andare in vacanza in Costa Azzurra per esaudire uno degli ultimi desideri della moglie Marina, una serie di imprevisti alla partenza renderà il suo viaggio movimentato fin dall’inizio.


Questi racconti appartengono alle raccolte della Sellerio Capodanno in giallo, Ferragosto in giallo, Natale in giallo, Carnevale in giallo e Viaggiare in giallo, ai quali hanno contribuito anche Camilleri, Malvaldi, Recami, Costa ed altri.





Mi sa proprio che vi ho presentato la serie al completo...ma se ho dimenticato qualcosa ditemelo! 
Fatemi sapere che cosa ne dite di questi popolari e discussi romanzi tra il giallo ed il noir! 

Che ne pensate di questo protagonista? Quale delle sue indagini preferite?
E che ne pensate della fiction che è stata tratta dai romanzi?
Ditemi il vostro parere!
Grazie per la lettura, ed al prossimo post 😊

giovedì 21 giugno 2018

TAG: LE MIE ESTATI DEL PASSATO






Cari lettori,
oggi, per la nostra rubrica “Tag&Booktag” ed in occasione del solstizio d’estate, vi propongo un tag ideato da Miki Moz e per il quale sono stata taggata da Vanessa, l’autrice del blog "Gattara cinefila", che saluto e ringrazio.



REGOLE DEL TAG:

1) Elencare tutto ciò che è stato un simbolo delle nostre estati da bambini, in base ai microargomenti forniti.

2) Avvisare chi vi ha nominato dell’eventuale post realizzato,contattandolo in privato o lasciando un messaggio sul suo blog.

3) Taggare altri cinque bloggers, avvisandoli.



GIOCO IN CORTILE


(1992)

Da piccola giocavo moltissimo in cortile con mio fratello, soprattutto in estate. 
Ci piaceva tanto utilizzare le biciclette, sia in giardino che nelle vie del nostro quartiere, che di sera sono sempre state tranquille.



GIOCO IN SPIAGGIA


(1994)

Quando ero bambina, amavo giocare con paletta, secchiello e formine come tutti. Crescendo, ho imparato anche a giocare a carte.


FUMETTO


(2002)

Ovviamente Topolino. Ne conservo ancora gelosamente varie copie nella casa al mare...



CIBO


(1991)

Come ho già detto varie volte, avendo una casa di famiglia a Varazze, è inevitabile collegare il cibo ligure all’estate, sia per quanto riguarda il passato che il presente.

Sicuramente da piccola mi piacevano molto la focaccia ed i krapfen alla crema. Ricordo anche che dopo aver fatto il bagno mangiavo sempre un’albicocca.



CANZONE


(1996)

Non posso non ricordare l’estate del ‘97 e Laura non c’è di Nek
Anche le canzoni di Max Pezzali, però, meritano un posto d’onore.



LIBRO


(1995)

Ho sempre letto tantissimo anche da piccola. Ricordo che, durante l’estate, leggevo soprattutto dei vecchi romanzi per l’infanzia che aveva letto mia madre da piccola e che i miei nonni avevano conservato.



FILM


(1999)

Non guardavamo molti film in estate, perché quando eravamo a Cernusco andavamo insieme in bicicletta o giocavamo in cortile, ed a Varazze uscivamo a prendere il gelato. Però i cartoni animati erano sempre graditi!



LUOGO


(2004)

Come già detto più volte, Varazze e la Liguria. 
Però ho anche tanti bei ricordi di casa mia e della casa dei nonni.



VIDEOGAME


(1990)

Io e mio fratello non abbiamo praticamente mai giocato ai videogame. 
Non eravamo proprio interessati...



GIOCATTOLO


(2003)

Nel corso degli anni, io e mio fratello Stefano, insieme al nostro amico Alessandro (che vediamo ancora adesso) ed ai suoi genitori, abbiamo messo insieme una serie imbarazzante di tavole da surf, materassini e gonfiabili. 

Menzione d’onore per un canotto nel quale saremo entrati anche in 10 ed un materassino stortissimo che avevamo soprannominato “il wurstel”.



TELEVISIONE


(1993)

Momento nostalgia… fin da piccola mi è sempre piaciuto guardare il Festivalbar. 
Sì, appartengo alla schiera di coloro che sono rimasti male quando è stato cancellato… anche se adesso fanno il Wind Summer Festival che è più o meno la stessa cosa.



LIFE


(2005)

Oltre ai ricordi di Cernusco e di Varazze, ho tante foto di alcune gite in campagna o in paesi vicini che avevo fatto insieme alla mia famiglia. 
Dalla terza media in avanti, abbiamo cominciato anche a viaggiare: Parigi, Roma, la Toscana, la Germania…



FOTO DI UN’ESTATE DEL PASSATO


(1998)

Questa foto è stata appesa a lungo nello studio di mio nonno ed è sempre stata uno dei più bei ricordi delle mie estati.






Sono curiosa di leggere le vostre versioni!
Fatemi sapere che cosa ne pensate delle mie risposte…
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)