Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese
Cari
lettori,
ultimo giorno di aprile: è di nuovo il momento dei “Preferiti del mese”!
ultimo giorno di aprile: è di nuovo il momento dei “Preferiti del mese”!
Come
già successo a marzo, anche questo mese è stato molto particolare
per tutti noi. Il periodo difficile che stiamo vivendo, purtroppo,
non è ancora terminato, e non ci resta che sperare che il prossimo
futuro ci porti qualche buona notizia.
Nel
frattempo, vi racconto tutto quello che mi è piaciuto nel mese di
aprile, dai libri ai film, dalla musica alla poesia!
Il
libro del mese
Siamo
a Genova, anno scolastico 2018/2019. L’estate segnata dal crollo
del Ponte Morandi è terminata, e lì, dove ci sono ancora i due
monconi che ricordano ai genovesi la tragedia, è tutto transennato e
non si può passare. Alla ferita collettiva della città, che è
tagliata in due, si uniscono tanti dolori personali dei cittadini.
La
protagonista del romanzo, Giada Pastorino, è una sedicenne che sta
affrontando con poco impegno e motivazione il terzo anno di liceo. Da
poco tempo ha trovato il coraggio di ammettere a se stessa che le
piacciono le ragazze e si è fidanzata con Erica, una sua compagna di scuola.
I suoi genitori, Paolo e Simona, non sanno come comportarsi a
proposito dell’orientamento sessuale della figlia.
Paolo,
che è poliziotto da sempre, come suo padre prima di lui, sotto sotto
vorrebbe lasciar libera la figlia di fare quello che vuole, ma spesso
gli capita di sorvegliare i pride e le manifestazioni a favore
dei diritti umani e spera sempre di non trovare Giada, sia per la
sicurezza della ragazza, sia perché non è ancora pronto a “mettere
in piazza” questo segreto di famiglia.
Simona,
invece, tenta di autoconvincersi in ogni modo che si tratti di una
fase: ella è segretaria e portavoce di un imprenditore che sta per
entrare in politica e che incarna tutti i valori della destra
conservatrice e della “famiglia tradizionale”, e con una figlia
lesbica ella rischia di non essere conforme all’immagine del suo
capo e quindi di perdere il lavoro.
In
più, i due sono da tempo in crisi matrimoniale, e questo di certo
non rende sereno il clima in famiglia.
L’unico
sfogo di Giada è la savate, una sorta di boxe di origine
marsigliese. Combattere è la sua passione, ma anche la sua
debolezza: dopo più di un’intemperanza a scuola ed in palestra,
ella rischia di venire cacciata dalla società. Il padre, però,
conosce il maestro De Roma, il fondatore dell’associazione
sportiva, e, dopo avergli parlato, riesce a trovare con lui una
soluzione: Giada potrà continuare a praticare la savate, ma
solo se, per un po’ di mesi, il suo allenatore sarà De Roma
stesso.
Giada
non è molto convinta, perché l’uomo è piuttosto anziano ed ha
fama di essere burbero e solitario, senza considerare che
preferirebbe di gran lunga non essere sola ed allenarsi con le sue
compagne, ma capisce di non avere scelta ed inizia l’allenamento
con il maestro.
A
dispetto delle premesse, tra i due si instaura ben presto un rapporto
di fiducia. Tra un combattimento ed una corsa in salita vicino al
Ponte Morandi, Giada riuscirà a confidare a De Roma il vero motivo
della sua grande rabbia interiore: ella, infatti, è stata vittima di bullismo a scuola. Anche il maestro De Roma, però, è
tormentato da un’ombra del passato che non gli dà tregua.
Avevo
Colpo su colpo sul comodino da un po’. Era stato acquistato
durante un firmacopie che faceva parte di una manifestazione sportiva
di febbraio, praticamente l’ultima prima che, a poco a poco, prima la
Regione Lombardia e poi il governo annullassero tutto per via
dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Mi aspettavo una
lettura interessante e formativa, ma questo romanzo si è rivelato molto di più.
Innanzitutto, è una storia
incredibilmente attuale, che racconta la Liguria com’è oggi:
appesa ad un filo sia fisicamente che metaforicamente, come se il
crollo del ponte nel 2018 ed i numerosi disastri dell’autunno 2019
avessero lasciato crepe profonde anche nel cuore di chi ci abita.
Inoltre,
i temi del bullismo e dell’omosessualità sono affrontati in modo
tutt’altro che banale: lo sport del cuore, che è sfogo e passione
ma anche un mezzo per apprendere, diventa la chiave di volta per
risolvere i più spinosi problemi personali.
La
scrittura di Riccardo Gazzaniga, infine, è scorrevole e delicata.
Un
romanzo da leggere, non soltanto per gli appassionati di sport!
Il
film del mese
Con
i cinema chiusi, ho pensato di parlarvi di una piacevole commedia che
avevo visto mesi fa e della quale poi non vi ho più parlato.
Diego,
il protagonista, interpretato da Claudio Bisio, è una persona
apparentemente di successo: un avvocato affermato, divorziato ma con
una figlia e degli amici, proprietario di una bellissima casa. Negli
ultimi mesi, però, la sua depressione ha cancellato tutto ciò che
c’è di piacevole nella sua vita. Una sera egli tenta di suicidarsi
assumendo sonniferi, infilandosi nella vasca da bagno e sperando di
sprofondarci dentro, ma una casualità lo salva: il tappo della vasca
è difettoso, l’acqua sparisce in breve tempo, e tutto quello che
Diego fa è una gran dormita, riuscendo a spaventare pure la sua
governante, che lo trova addormentato in bagno il mattino dopo.
Anche
se triste e sconfortato, egli decide di ignorare l’accaduto ed
andare comunque al lavoro, ma sulla strada che lo conduce allo studio
si accorge che c’è un bar, la cui insegna recita “Chiacchiere”,
al quale egli non aveva mai fatto caso.
Diego
entra e, dopo pochi minuti, si rende conto che più che un bar vero e
proprio, si tratta di una sorta di rifugio, dall’atmosfera
familiare e casalinga: si può ascoltare musica con un vecchio
juke-box, giocare a biliardo, sedersi in poltrona vedendo vecchie
pellicole, mangiare biscotti appena sfornati. Conosce il
proprietario, Massimiliano, e il cliente più assiduo del posto,
Edoardo, un aspirante attore che non ha ancora raggiunto il successo,
e sulle prime li giudica due persone stravaganti ed un po’ matte.
Nei giorni seguenti, però, non può fare a meno di tornare al bar e
di parlare con i due, che, a differenza di tanti altri, lo ascoltano
attentamente e senza giudicare.
Insieme
a loro, egli elabora un piano folle: cercare di migliorare la vita a
tutti coloro a cui vuole bene, e con i quali, negli ultimi mesi, per
via della sua malattia, è stato veramente insopportabile.
Innanzitutto suo padre, che quasi sempre gli chiede di dedicargli più
tempo e di giocare a tennis insieme, ma che raramente viene
accontentato; poi sua madre, separata dal padre, che nasconde al
figlio le sue frequentazioni con alcuni maturi signori; suo fratello, un aspirante pittore i cui quadri non vengono compresi da nessuno; sua figlia,
che lavora nel mondo della moda e non si dedica mai a se stessa; l’ex
moglie, proprietaria di una libreria indipendente poco frequentata,
sempre nervosa e piena di rancore; la sua migliore amica, una madre
single che deve destreggiarsi tra tante difficoltà.
Ma in che modo
“sistemare” tutti quanti?
Se
mi vuoi bene è una sorta di
tragicommedia che pone al centro dell’attenzione uno dei difetti
peggiori dell’uomo contemporaneo: quello di guardare solo e
soltanto i propri obiettivi personali ed i propri standard spesso
troppo elevati, con il risultato di guardarsi allo specchio e
ritenersi un fallimento, senza rendersi conto di tutto quello che si
ha: salute, affetti, libertà, la possibilità di essere felici.
Il
film, però, per mezzo di tante gag divertenti, sottolinea anche
l’occhio critico che spesso abbiamo nei confronti degli altri,
giudicati deboli e bisognosi di aiuto, quando sono solo persone con
problemi ordinari, che, magari, dopo una semplice chiacchierata di
conforto, sanno anche salvarsi da sole.
Una pellicola che, in definitiva, fa ridere tra qualche lacrima, e
sicuramente spinge alla riflessione.
La
musica del mese
Durante
il mese di aprile ho partecipato ad un gioco su Instagram dal titolo
“30Days Music Challenge”, che consisteva nell’individuare, per
ogni giorno del mese, una o due canzoni secondo un tema prestabilito.
Dal momento che non tutti voi lettori avete Instagram, ho pensato di
riepilogare le mie scelte anche qui!
1)
Una canzone che ti piace con un colore nel titolo:
My little black wedding
dress di Lucy Hale e
Red di Taylor Swift;
2)
Una canzone che ti piace con un numero nel titolo:
1985 dei
Bowling for Soup;
3)
Una canzone che ti ricorda l’estate:
Summer Paradise dei
Simple Plan e, per i nostalgici, Il
ballo di Simone di
Giuliano e i Notturni;
4)
Una canzone che ti ricorda qualcuno che vorresti dimenticare:Wide
awake di Katy Perry;
5)
Una canzone che ha bisogno di essere suonata forte:
The greatest show,
dal musical The
greatest showman;
6)
Una canzone che ti fa voler danzare:
La cintura di
Alvaro Soler, Save the
last dance for me di
Michael Bublé ed altre che ho indicato nei preferiti di marzo;
7)
Una canzone per guidare:
Angeli nel ghetto di Nek;
8)
Una canzone che riguarda droghe o alcool:
Sober di Selena Gomez;
9)
Una canzone che ti rende felice:
Hey, soul sister dei
Train e Solo una volta
(o tutta la vita) di
Alex Britti;
10)
Una canzone che ti rende triste:
Ti ho voluto bene
veramente di Marco
Mengoni e Per dirti
ciao! Di Tiziano
Ferro;
11)
Una canzone di cui non ti stufi mai:
When you say nothing at
all di Ronan Keating;
12)
Una canzone dei tuoi anni di preadolescenza:
dal 2002 con furore, You
make me wanna dei
Blue;
13)
Una canzone che ti piace degli anni ‘70:
dal 1971, Stairway
to Heaven dei Led
Zeppelin;
14)
Una canzone che ti piacerebbe avere al tuo matrimonio:
A thousand years di
Christina Perri per la cerimonia e Sway
di Michael Bublè per il ricevimento;
15)
Una canzone che ti piace che è una cover di un altro artista:
Everybody wants to rule
the world di Lorde;
16)
Una canzone che è un classico che preferisci:
Kathy’s Song di
Simon and Garfunkel;
17)
Una canzone per cui duetteresti con qualcuno al karaoke:
Sally di
Vasco Rossi;
18)
Una canzone dall’anno in cui sei nato:
direttamente dal 1989,
Almeno tu nell’Universo
di Mia Martini;
19)
Una canzone che ti fa pensare alla vita:
Pieces dei
Sum 41;
20)
Una canzone che ha tanti significati per te:
Cade la pioggia dei
Negramaro e Jovanotti (la canzone che dà il titolo al blog!);
21)
Una canzone che ti piace con il nome di una persona nel titolo:
Tallulah dei
Sonata Arctica;
22)
Una canzone che ti spinge ad andare avanti:
Famous last words dei
My Chemical Romance;
23)
Una canzone che pensi tutti dovrebbero ascoltare: Supermarket flowers di Ed Sheeran e All too well di Taylor Swift;
24)
Una canzone di una band che vorresti fosse ancora insieme: Leaving New York dei R.E.M.;
25)
Una canzone di un artista che non c’è più: Shadow of the day dei Linkin Park;
26)
Una canzone che ti fa venire voglia di innamorarti: Quando sarò lontano di Nek;
27)
Una canzone che ti spezza il cuore: Pieces of a dream di Anastacia;
28)
Una canzone di un artista la cui voce ami: Tattooed heart di Ariana Grande;
29)
Una canzone che ricordi dalla tua infanzia: Come mai degli 883;
30)
Una canzone che ti fa pensare a te stessa: Lo zingaro felice di Alex Britti.
Se
volete ascoltare qualche estratto delle canzoni che ho scelto, andate
a dare un’occhiata alle stories in evidenza sul mio profilo
Instagram (seguitemi pure qui)!
Per
il mese di aprile e per questo periodo così difficile ho pensato ad
un componimento di Pierluigi Cappello dal titolo Risveglio,
che racconta con immagini semplici ma efficaci l’inizio di una
nuova giornata nel momento in cui qualcosa ci ha cambiati per sempre.
Ci
si risveglia un giorno e le cose sembrano le stesse
mentre
invece dietro a noi si è aperto un vuoto
dopo
che tutto è stato fatto per trattenere la vita
in
mezzo a un panorama di pietre sparse e tegole rotte.
Allora
uno mette il dentifricio sullo spazzolino
mescola
lo zucchero al caffè
con
l’attenzione che aveva da scolaro
quando
ritagliava dalla carta
file
di bambini che si tengono per mano,
piccoli
pesci che baciano l’aria.
Le
camelie di papà quest’anno sono fiorite particolarmente bene!
Dal
momento che ho avuto un po’ di tempo a disposizione per cucinare,
ho cucinato per la prima volta la torta Pasqualina ai carciofi! E
devo dire che mi è venuta proprio buona...
...eh
già, questa non è per niente una foto di aprile. In effetti è un
ricordo di gennaio, dell’ultima volta che sono stata per qualche giorno
a Varazze. Anche se era una giornata invernale, il tempo era
splendido e si sentiva già la primavera nell’aria. Il mare mi è
mancato durante queste inusuali vacanze di Pasqua, ma sono sicura che
presto o tardi ci sarà consentito tornare a salutarlo… e ci
rifaremo!
Come
sempre, aspetto i vostri commenti!
Com’è
andato il vostro aprile? Avete passato bene le vacanze pasquali?
Avete
film, libri, canzoni da consigliarmi? C’è qualcosa che vi è
piaciuto in modo particolare in queste settimane?
Vi
mando un grande abbraccio e spero che il prossimo mese ci porterà
buone notizie!
Grazie
per la lettura, ci rileggiamo in maggio :-)