martedì 3 giugno 2025

MISTERI DELLA MEMORIA... E DEL PASSATO

 Due romanzi di Valerio Varesi e Patrizia Rinaldi



Cari lettori,

inauguriamo insieme giugno con due “Letture...a tema”, ed andiamo decisamente sul giallo.


I due romanzi che vi racconterò oggi sono gli ultimi due, tra le mie letture invernali, che non vi avevo ancora presentato.


Entrambi gli autori sono già comparsi su questi schermi. Valerio Varesi, il creatore del personaggio del commissario Soneri, sempre preso tra “nebbie e delitti” (come la fiction omonima), torna qui oggi con l’ultima disavventura del commissario, almeno in ordine di tempo. Patrizia Rinaldi è invece l’autrice che ha dato vita a Blanca, la poliziotta cieca che nei libri si muove tra i vicoli di Napoli e nella fiction a Genova… qui, però, i protagonisti della storia sono dei personaggi nuovi di zecca.


Devo dire che, anche se il mio intento iniziale, nello scrivere questo post, era semplicemente raccontarvi delle mie letture arretrate prima che passasse troppo tempo, mi sono resa conto che i due romanzi hanno comunque qualcosa in comune, e non mi sto riferendo solo al genere giallo/mistery. Entrambe le storie approfondiscono i temi della memoria e del passato: da un lato c’è un tutore della legge ormai maturo che si ritrova alle spalle sia tante vicende lavorative che due travagliate storie d’amore, ed ha paura dei “vuoti di memoria”, sia i suoi che quelli che hanno le persone su cui indaga; dall’altro due donne molto particolari che sfuggono da un passato pesante ed un presente incerto.


Parliamone un po’ meglio insieme!



Vuoti di memoria, di Valerio Varesi


Romeo Calandri dirigeva un’azienda importante da diversi anni, insieme a Luciano Orsi, il socio ufficiale, che forse non aveva lo stesso carisma di Calandri ma di sicuro rivestiva il ruolo di persona più prudente del team, ed alla moglie di quest’ultimo, che da tempo non era più una compagna di vita, quanto la manovratrice occulta di quello che Orsi decideva per l’azienda.


Dirigeva”, perché da qualche mese è tutto finito. Calandri è stato assassinato, Orsi è scomparso il medesimo giorno dell’uccisione e non si è mai più trovato, la vedova è rimasta sola e non sa più che cosa fare con l’azienda che le è rimasta in mano: avrebbe sicuramente la capacità di gestirla, ma in autonomia è tutto un altro impegno rispetto a prima.


Poco tempo dopo l’esecuzione, le autorità hanno arrestato Carmelo Musci, un sicario della malavita organizzata. Il commissario Soneri non era sicuro che i conti tornassero, ma le prove erano schiaccianti, così l’uomo è da tempo dietro le sbarre.


Un giorno, però, mentre Soneri è, come suo solito, a lavorare nell’entroterra emiliano, una barca viene avvistata al largo di Cesenatico. Si tratta di un mezzo lussuoso, e sembrerebbe abbandonato, ma al suo interno la guardia costiera trova… Luciano Orsi. Solo, dimagrito, in totale stato confusionale.


L’uomo viene portato prima in ospedale e poi a casa sua, ma si è chiuso in un mutismo totale e non riesce a raccontare a nessuno, nemmeno alla moglie, quello che è successo.


Nel frattempo, una strana vicenda di scambi d’arma da fuoco rivela che forse Musci potrebbe avere un insperato alibi.


Soneri ha formulato tantissime ipotesi al riguardo di questi strani avvenimenti: forse Orsi ha visto il vero killer e non vuole rivelarlo; forse egli stesso è coinvolto nell’uccisione del socio, che, carismatico e spregiudicato com’era, gli stava portando via non solo il grosso delle attività dell’azienda, ma anche la moglie.


Mentre Soneri cerca di fare luce su questo mistero, si ritrova sempre più a farsi delle domande sul ruolo della memoria nella sua stessa vita privata. Insieme all’avvocatessa Angela Cornelio, sua compagna ormai da molti anni, prova a rievocare alcuni episodi della loro vita insieme, ma scopre che entrambi hanno due versioni diverse dello stesso ricordo (anche solo un weekend fuori porta o l’occasione in cui hanno conosciuto una coppia di amici) e che alcuni particolari sono perduti per sempre.


Egli, poi, combatte pur sempre con il fantasma dell’amore della sua gioventù: la sua prima moglie, morta insieme al figlio in un parto sfortunato. Persino quella storia drammatica, per quanto sempre presente nel suo cuore, è così lontana che solo il ricordo la tiene viva, ed è più labile che mai in questo momento della sua vita, quando egli sta iniziando a intravedere la vecchiaia, la pensione, un ulteriore nuovo capitolo.



Vuoti di memoria è, da un certo punto di vista, una nuova indagine del commissario Soneri, quasi confortante per chi lo conosce bene: anch’egli, come tanti protagonisti seriali di gialli, ha il suo piccolo mondo che i lettori sono felici di ritrovare, tra fidati collaboratori, luoghi del cuore, lo sfondo storico di Parma, le giornate nebbiose che propongono come unica consolazione qualche piatto caldo tradizionale.


Da un altro punto di vista, però, credo che l’autore questa volta abbia scelto di lasciare un quesito importante anche a noi lettori: fino a che punto possiamo fidarci della nostra memoria? Leggendo questa storia mi sono venute in mente due poesie di Eugenio Montale: la prima, Cigola la carrucola nel pozzo, parla di un ricordo che si è deformato al punto da “appartenere ad un altro”; la seconda, Non recidere, forbice, quel volto, parla del semplice ma drammatico concetto che un ricordo, tante volte, svanisce e basta.


Ed è questa la verità, soprattutto per le persone nostalgiche come spesso sono io, come stavolta si presenta il commissario Soneri: il nostro archivio della memoria riduce i ricordi più lontani per fare spazio ai nuovi; altri vengono modificati inconsciamente perché così sono meno dolorosi; altri ancora si confondono con i nostri sogni ed aspirazioni e diventano un po’ fantasiosi.


Perso in queste sue elucubrazioni, il commissario rischia di non vedere chi con la memoria sta forse giocando apposta per nascondere una storia criminale, ma alla fine il suo intuito investigativo torna ad avere la meglio.


Questo è un giallo piuttosto lento, di riflessione, ma in qualche modo scorre lo stesso, come un fiume pieno di ricordi, una catena di pensieri ed intuizioni alla quale il lettore non riesce a sottrarsi. Non è una storia di facile lettura, almeno non in tutti i capitoli, ma spero che l’apprezzerete!



Guaio di notte, di Patrizia Rinaldi


La Signora” è una donna che ha perso tutto. Per molti anni è stata la moglie di rappresentanza di un medico stimato che in privato non l’ha mai apprezzata. Anzi, invece di aiutare sua moglie a curare la sua agorafobia indirizzandola verso qualche collega specialista, ne ha approfittato per farla sentire debole e indifesa, e così la donna non è nemmeno uscita di casa per anni.


Rimasta inaspettatamente vedova, la Signora si è ritrovata ad essere in lotta persino per avere quel che le spetta legittimamente dal marito defunto. Senza un salvagente economico, senza nemmeno più un lavoro da anni, ella non sa cosa fare. Così, essendo napoletana d’origine, ha deciso di spendere quel che ancora possiede in un lussuoso resort della Toscana, e poi, se le cose andranno male, c’è il suo rifugio in riva al mare che l’attende, l’unico bene che è sempre stato suo a tutti gli effetti.


Mentre è in viaggio su un SUV, con una valigia ridotta all’essenziale ed una pistola che le ha procurato un amico gentile ma poco affidabile, ella si ritrova a salvare da un pestaggio un ragazzo. Mentre carica il ferito sulla sua macchina, la Signora si rende conto di aver aiutato non un ragazzo, ma una ragazza transessuale, così pensa ad un pestaggio a sfondo omofobo.


In realtà Andrea (così ha scelto di farsi chiamare), quando rinviene, racconta alla Signora di essere anch’egli in fuga per motivi personali. La donna non sa ancora niente, ma pian piano Andrea le rivelerà di essere stato la figlia di due genitori che la picchiavano e le facevano assumere la droga da cui erano dipendenti, di essere finito in una casa famiglia diretta da una donna fintamente perfetta, di aver deciso di non tornarci mai più e di aver vissuto di espedienti e lavoretti fino a quel momento.


La Signora – anche se in un primo momento non ha ancora appreso tutta questa storia – si rende conto di avere di fronte un altro disperato come lei, e così decide di portarselo con sé.


Dopo sole 24 ore di “quiete prima della tempesta”, però, la tragedia: in una pozza termale dell’hotel viene rinvenuto il cadavere di uno degli ospiti, un uomo che la sera prima aveva riso e scherzato con la Signora stessa.


Questa tragedia provoca due effetti immediati. Il primo è che lo stravagante gatto della vittima, una bestia piuttosto grossa e bisbetica, sceglie la Signora e Andrea come suoi nuovi padroni. Il secondo è che la Signora non si fa una ragione del fatto che nell’hotel potrebbe esserci un killer e, dal momento che non le è possibile muoversi per via di un ennesimo impedimento proveniente dal passato, ella decide di vederci meglio.


Neanche a farlo apposta, la polizia glielo “consente”, perché il responsabile delle indagini è un vicequestore notoriamente distratto e senza troppa voglia di lavorare. C’è però un sottoposto che non è chi dice di essere: potrebbe sembrare il classico ispettore di provincia, un po’ sciatto ed abitudinario, ma si tratta di una copertura… ed a lui le manovre della Signora, insieme a quelle di Andrea che non se la sente di non assecondare la sua salvatrice, non sfuggono affatto.


Soprattutto quando i morti diventano due, ed il secondo è la figlia della prima vittima.



Un “guaio di notte” è, a Napoli, un guaio davvero grosso, difficilmente risolvibile.


Come quello che è al centro dell’intreccio giallo: una squallida vicenda che dovrebbe essere familiare ma “puzza di paura” e rivela avidità, attaccamento ai soldi, accordi con persone poco raccomandabili.


Anche, però, come le storie dei nostri due protagonisti, che finiscono per creare una sorta di duo madre/figlio piuttosto insolito ed a volte persino spassoso, nonostante l’insita drammaticità delle loro condizioni e l’enorme incertezza del loro futuro.


Questa è una storia imprevedibile, che racconta grandi tragedie con apparente leggerezza, che fa credere al lettore che leggerà un capitolo più “tranquillo” ed invece piazza un plot twist con i fiocchi, che fa andare avanti con la lettura senza mai smettere di sorprendersi.


Anche i personaggi sono caratterizzati in modo originale ed interessante. Visto il finale, immaginavo che la vicenda non si sarebbe conclusa lì, e infatti ho visto che è già uscito un altro volume, Mare di pietra.


Penso che lo leggerò, in caso vi farò sapere!




Se nei vostri progetti c’è quello di portarvi un giallo in vacanza, spero di avervi dato i consigli giusti!

Questa settimana, come avete visto, ho pubblicato di martedì perché ieri c’è stata la Festa della Repubblica e, a differenza del 25 aprile e del 1 maggio, non mi sembrava di avere delle letture proprio specifiche da proporvi.

Venerdì ci sarà un post dedicato alla mia passione per la danza, visto che questa è la settimana clou dello spettacolo.

Poi, da settimana prossima, ci saranno quattro post per il nostro solito countdown estivo, tra gite fuori porta, TBR per la stagione più calda ed altro ancora.

Nel frattempo, fatemi sapere che ne pensate di questi due miei consigli!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


Nessun commento :

Posta un commento