lunedì 9 gennaio 2023

NUOVE INDAGINI PER VANINA GUARRASI

 Due romanzi di Cristina Cassar Scalia




Cari lettori,

benritrovati! Oggi è un giorno duro per tutti, vero?

Lo so, lo so… :-(

Cerchiamo di non pensarci! Da oggi il blog dismette il suo vestitino natalizio ed i suoi post un po’ speciali e riprende la routine con le rubriche consuete.

Iniziamo con le nostre “Letture… per autori” e con la recensione di due romanzi di un’autrice che è stata recentemente protagonista del sito: Cristina Cassar Scalia, la creatrice del personaggio di Vanina Guarrasi. Circa due mesi fa, in questo post, vi raccontavo Sabbia nera e La logica della lampara, i primi due romanzi della serie. Oggi proseguiamo con La salita dei saponari e L’uomo del porto!



La salita dei saponari


A Catania è un autunno mite e piacevole. Per tutti, tranne che per una povera rappresentante venuta dal Nord, entusiasta e decisa a godersi al massimo la “vacanza di lavoro” che l’azienda le ha offerto. Peccato che, appena messo piede sul suolo siciliano, lei ed il collega trovino un uomo ucciso in una delle automobili del parcheggio dell’aeroporto.


Sul luogo del delitto arrivano subito Vanina Guarrasi e la sua squadra, sulle prime attenti e concentrati come ogni volta che si presenta un nuovo caso, e poi sempre più curiosi. La vittima viene identificata come Esteban Torres, un uomo ultrasessantenne cubano-americano da tempo in Italia, la cui vita sembra essere stata tutta un romanzo.


Fuggito da Cuba quando la situazione politica ed economica si era fatta più complessa, dopo la morte del padre, lasciando lì una madre, una prima moglie semplice ed affezionata ed un fratello gemello che la pensava in modo opposto a lui su ogni cosa, egli aveva fatto fortuna negli Stati Uniti. Affari, finanza, ma anche alcool, gioco d’azzardo, frequentazioni poco pulite, una seconda moglie che, grazie al lavoro del padre, lo aveva introdotto alla gestione delle bische. In seguito ad una serie di imprevisti, Esteban Torres aveva infine iniziato una terza vita in Italia, con una terza moglie dalle risorse economiche ancora più sostanziose delle precedente, agganci in Svizzera ed una serie di attività lavorative redditizie.


Vanina, che negli ultimi tempi ha sentito sempre più forte il richiamo di alcune faccende non del tutto risolte a Palermo, sua città d’origine, si appassiona alla storia di Esteban Torres, che promette di rivelare risvolti interessanti per gli inquirenti.



Pochi giorni dopo questo delitto, ne avviene un altro. In fondo al pozzo di una villa che apparteneva proprio ad Esteban Torres, una proprietà isolata in fondo alla cosiddetta “salita dei saponari” (un percorso che, decenni prima, era battuto regolarmente dai venditori di sapone per i loro commerci), viene ritrovato il cadavere di una donna, Roberta Geraci, detta “Bubi”. La donna era un’attivissima professionista del settore delle pubbliche relazioni, apprezzata e stimata da tanti, come per esempio da Adriano Calì, medico legale collaboratore ed amico stretto di Vanina.


Quest’ultima non la conosceva, ma, purtroppo per il suo amico e per gli altri che l’hanno stimata, già dopo una prima indagine comprende che ella era legata a Torres da qualcosa di losco.


In particolare, ciò che sembra unire le due vittime è la presenza sul suolo italiano di un ragazzo cubano, nipote di Torres ed amante di Bubi. Che possa essere un primo indizio per fare luce sul mistero?



Con La salita dei saponari il mondo di Vanina Guarrasi si schiude sempre più al lettore. La giovane donna, per quanto adulta, sta crescendo pagina dopo pagina, facendo pace con una serie di suoi fantasmi: il suo passato a Palermo nella sezione della criminalità organizzata, sempre più sostituito dai pensieri della sua quotidianità catanese; il rapporto con il suo patrigno Federico, che ella ha sempre trattato con un po’ di freddezza perché nel suo cuore il padre ucciso era insostituibile, solo per scoprire che l’uomo le ha sempre voluto bene come a una figlia; il suo ex(?) grande amore, il magistrato Paolo Malfitano, dal quale sta imparando a smettere di scappare, soprattutto ora che egli sembra nuovamente in pericolo.


Da un punto di vista professionale, insostituibile è la guida del commissario in pensione Biagio Patané, un ottantatreenne dotato di lucidità ancora straordinaria. In Sabbia nera è stato un ricordo di gioventù ad avvicinarlo a Vanina, ma ormai l’uomo è tornato a bazzicare la questura senza più nascondere la sua curiosità professionale, che mai l’ha abbandonato.


In questo romanzo e nel prossimo, Vanina, che sta maturando e superando alcune sue preoccupazioni, si ritrova suo malgrado ad occuparsi di ciò che combinano le persone a lei vicine: Spanò, uno della “vecchia guardia” della sua squadra, che ha perso il lume della ragione e si è messo a pedinare la sua ex moglie ed il nuovo compagno; il suo capo Tito Macchia e la sua giovane sottoposta Marta Bonazzoli, una coppia un po’ inconciliabile che finalmente si è decisa ad uscire allo scoperto; la sua amica del cuore Giuli, che è rimasta incinta di un uomo che non avrebbe dovuto nemmeno considerare.


Questa volta Vanina deve affrontare un vero e proprio intrigo internazionale, e devo dire che i colpi di scena non mancano!



L’uomo del porto


Un dicembre insolito per Vanina Guarrasi. Non che ella sia mai stata una campionessa di spirito natalizio, ma quest’anno non le sarà concesso più di tanto allontanarsi da casa e dal lavoro, vagare a spasso tra le luminarie, fare shopping. Almeno non da sola. Già, perché Vanina Guarrasi, purtroppo, da qualche settimana è sotto scorta. Le è stato recapitato a casa sua un proiettile con bigliettino, la più classica delle minacce della criminalità organizzata, e da allora il suo capo Tito Macchia l’ha messa sotto sorveglianza speciale. Vanina già non ne può più delle limitazioni, di fumare al chiuso, della costante preoccupazione dei suoi cari, e soprattutto di Lo Faro, un suo sottoposto che lei mal sopporta ed invece è così zelante da essersi offerto di fare la quasi totalità dei turni di notte.


Mentre la nostra protagonista è costretta ad una vita da reclusa o quasi, la stagione prenatalizia anima ristoranti e bar. In uno dei locali più originali della zona etnea, caratterizzato da una sala sotterranea ricavata da una galleria con tanto di fiume, viene ritrovato il cadavere di Vincenzo La Barbera, un professore di filosofia molto stimato, una persona integerrima e molto apprezzata.


Da una prima indagine, Vanina ed i suoi ricostruiscono il profilo di un uomo colto ed intelligente, ma anche alcune stranezze e zone d’ombra. L’insegnamento era la parte più convenzionale della vita di La Barbera, e sono moltissimi gli studenti ed i colleghi che lo ricordano con affetto e ne compiangono la morte violenta.


Per il resto, egli viveva su una barca modesta (da cui il titolo “L’uomo del porto”) e per lungo tempo non aveva avuto legami di alcun genere. Solo negli ultimi anni c’era stata una compagna, una donna che gestisce un’associazione di recupero per tossicodipendenti. La lotta alla droga sembrava essere un’ossessione di Barbero: egli portava avanti campagne contro l’uso di stupefacenti dentro e fuori la scuola, ed in qualche occasione aveva rischiato di avere la peggio con qualche piccolo spacciatore rissoso.


Insieme al commissario Biagio Patané (che, nonostante la gelosia e le premure della moglie Angelina, continua imperterrito a lavorare anche da pensionato), Vanina porta alla luce una storia un po’ inquietante: nel passato da figlio dei fiori del professore ci sono alcuni anni difficili, fatti di conflitti irrisolti con la sua famiglia più che benestante, trascorsi all’interno di una comune dove non c’era alcuna regola. Lì, decenni prima, si è consumata una tragedia, un mistero irrisolto: quattro ragazzi scomparsi, un’indagine insabbiata. Una pista interessante o una deviazione rispetto a ciò che davvero conta per risolvere il caso?



Con L’uomo del porto Cristina Cassar Scalia ci riporta in un territorio a lei noto: quello delle indagini da svolgere nel passato, e tuttavia indispensabili per comprendere il delitto avvenuto nel presente. Stavolta l’intervento del commissario Biagio Patané, con sua grande gioia, è quasi necessario.


Questa volta Vanina è più fragile e, anche se non lo ammette, è bisognosa d’aiuto: la paura la sta divorando, ed infatti, nonostante le mille specialità sicule che ella consuma quotidianamente, perde peso a vista d’occhio. Non fa che ripetere a tutti che si tratta di un falso allarme, di un’intimidazione senza alcun intento di passare ai fatti, ma probabilmente non ci crede fino in fondo. In lei è ancora troppo vivo il ricordo di quando, da adolescente spensierata come molte altre, è diventata improvvisamente orfana del padre poliziotto, di fronte agli scalini della scuola.


Neanche a dirlo, l’aiuto le arriva da chi la conosce meglio: Paolo Malfitano, che da una vita attraversa lo stesso inferno, e che in tutti questi anni, nonostante il matrimonio lampo (già finito) con un’amica della sorella di Vanina, non è mai riuscita a dimenticarlo. In questo romanzo mi è sembrato di cogliere una sorta di resa della nostra protagonista, che nel primo libro della serie non osava nemmeno rispondere ai messaggi dell’ex fidanzato (che aveva lasciato per la paura di vederlo morire, come successo con il padre) ed ora ha ripreso a frequentare la casa al mare che condivideva con lui ed a frequentarlo regolarmente. Persino la padrona di casa di Vanina, la materna signora Bettina, approva la reunion: non ci resta che pensare che se sono rose fioriranno…




Ecco la mia recensione del terzo e quarto volume della serie!

Come penso avrete capito, mi sta piacendo. Certo, c’è qualcosa in questa serie che mi ricorda le mie serie gialle preferite (prima tra tutte Montalbano), e una parte rosa non manca mai quando la protagonista è una donna, ma tutto questo rende i romanzi di Cristina Cassar Scalia una sorta di comfort, per quanto non manchino pagine amare e spunti di riflessione.

Ho già preso in prestito Il talento del cappellano e lo leggerò nei prossimi giorni… poi vi farò sapere che ne penso!

Voi intanto che mi dite? Conoscete quest’autrice? Avete letto qualcosa?

Vi piacciono i romanzi della serie di Vanina? Fatemi sapere!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


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