Uno spettacolo sulla disabilità in scena al Teatro Agorà di Cernusco sul Naviglio
Cari
lettori,
inauguriamo
il mese di marzo con la rubrica “Consigli teatrali”! Oggi vi
presento uno spettacolo che mi sta particolarmente a cuore per due
motivi.
Il primo è che esso è stato rappresentato durante la sera
di venerdì 21 febbraio nel mio paese, Cernusco sul Naviglio. Il
secondo è che si tratta di una rappresentazione in collaborazione
con l’ “Anffas Onlus”, l’Associazione nazionale di famiglie
di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale, di cui
esiste anche una sezione nella mia zona (la Martesana).
Credo
che questo spettacolo sia non solo piacevole da guardare, ma anche
importante ed istruttivo, per le scuole, per le famiglie, per
chiunque desideri ricevere una bellissima lezione di civiltà.
Vediamolo
insieme nei dettagli!
Un
brutto pesce d’aprile
I
due attori in scena sono il popolarissimo Cesare Bocci, noto
principalmente per il ruolo di Mimì Augello, il vice e migliore
amico del Commissario Montalbano, e Tiziana Foschi, che ha
fatto parte del gruppo “La premiata ditta”.
In
scena ci sono solo dei pannelli luminosi che, di volta in volta,
rendono il palcoscenico chiaro, oscuro o colorato. Oltre ad essi, ci
sono pochissimi altri elementi, come uno sgabello o una panchina.
Cesare
Bocci interpreta se stesso, mentre Tiziana Foschi fa la parte della
sua compagna, Daniela Spada, che non è attrice.
Quella
che viene raccontata in scena, infatti, è la storia vera della
famiglia Bocci.
Cesare
e Daniela si conoscono da giovane in un locale. Lui
ancora giovane attore di teatro, lei graphic designer, si sono
innamorati e sono andati a convivere. Lo spettacolo ripercorre, con
semplicità e simpatia, le tappe più importanti della loro vita a
due: l’incontro, il loro primo viaggio esotico, la decisione di
convivere, il desiderio di essere genitori.
Dopo
qualche anno nasce la loro unica figlia, ma, a meno di una settimana
dal parto, la sera del primo aprile, mentre sta cullando la bambina,
Daniela, improvvisamente, si blocca. Il suo discorso si interrompe,
la sua voce diventa un filo e crolla.
Al
pronto soccorso più di una persona sottovaluta il problema: c’è
chi parla di una crisi di nervi, chi di uno svenimento dovuto alla
depressione post partum. Una volta verificate le effettive gravi
condizioni della donna, ella viene ricoverata in rianimazione, dove
le viene diagnosticato un ictus al cervelletto.
La
lunga risalita
Pesce
d’aprile è la storia di una
famiglia italiana come tante, improvvisamente travolta da una
disgrazia proprio nel momento in cui tutti loro avrebbero dovuto
essere più felici.
Come giustamente sottolinea Cesare
Bocci all’inizio dello spettacolo, è inutile chiedersi
ripetutamente: “Ma come è potuto succedere?”. È inutile
ripensare al fatto che il proprio marito/padre/figlio, un secondo
prima, sembrava nel fiore della salute; non ha alcun senso chiedersi
perché fino a qualche ora prima la preoccupazione principale era
organizzare la giornata ed ora non si sa nemmeno se domani il nostro
caro sarà ancora con noi.
Purtroppo
è successo, e Daniela
non fa eccezione. La rappresentazione racconta, giorno dopo giorno e
mese dopo mese, la lunga risalita della donna, che durante le prime
settimane è in coma, e che, quando si sveglia, combatte una
difficile battaglia contro se stessa, sia dal punto di vista fisico
che quello psicologico.
In
ospedale recupera le funzioni fisiologiche e vitali, ricomincia a
nutrirsi normalmente, riprende coscienza di chi è e quali sono le
persone intorno a lei. Poi è il momento di trasferirsi in una
clinica di riabilitazione, per la fisioterapia ed il lento recupero
fisico.
Due
sono gli elementi che consentono alla coppia di riuscire ad andare
avanti.
Il primo è l’affetto di Cesare, che si organizza per non
far mancare nulla alla figlia neonata (prima grazie ad amici e
parenti, poi con una tata), resta
vicino alla compagna, la incoraggia a camminare ed a compiere ogni
minimo progresso.
Il
secondo è la testardaggine di Daniela, che desidera tornare presto
ad una vita il più possibile piena e soddisfacente, e lo fa passo
dopo passo.
Essere
disabili in Italia: le tante difficoltà
Daniela
non deve lottare soltanto contro il suo cervello che sembra aver
dimenticato come si fa a parlare, sorridere, muoversi. Ella, con suo
grande stupore e rammarico, scopre di avere dei nemici: persone e
situazioni che si pongono come ostacolo al suo grande desiderio di
guarire.
Prima
in clinica: la mancanza di personale che la costringe ad aspettare ed
a non poter iniziare subito la sua fisioterapia; alcuni dottori che,
consci delle sue scarse probabilità di re-imparare a camminare,
suggeriscono a lei ed a Cesare di “lasciar perdere”; il
protocollo che, per motivi di budget o anche solo di consuetudine,
obbliga i pazienti a fare determinate attività, quando magari altre
sarebbero più adeguate o preferibili.
Poi,
una volta usciti dalla clinica, nel mondo, tra barriere
architettoniche, dottori poco attenti, burocrati puntigliosi,
cassiere del supermercato poco disponibili, maleducati che occupano i
posti riservati ai disabili pur essendo in perfetta salute.
La
garbata ironia con il quale lo spettacolo mette in luce tutte le
problematiche che una famiglia con un disabile deve affrontare rende
la storia incredibilmente toccante. Si tratta di questioni alle quali
una persona che non ha alcuna disabilità non pensa più di tanto, ma
che possono davvero rendere la vita impossibile a chi ha delle
difficoltà.
Un
messaggio di solidarietà
Di
certo Pesce d’aprile non è una rappresentazione da prendere
a cuor leggero, ma il modo propositivo in cui la storia viene
raccontata trasmette, a mio parere, un forte messaggio di speranza.
Come
Cesare Bocci sottolinea giustamente alla fine dello spettacolo,
qualunque sia il momento di difficoltà che una persona sta vivendo,
non bisogna mai provare vergogna nel chiedere aiuto.
Sono
quasi due anni che questo spettacolo sta facendo il “giro
d’Italia”, sostenuto dall’Anffas. Qualcuno di voi l’ha già
visto altrove? Ne avete sentito parlare?
Se
non lo conoscevate, lo consiglio di cuore a tutti voi!
Grazie
per la lettura, al prossimo post :-)
Adoro queste cose belle che però hanno uno scopo ben profondo e sei bravissima a citarli ogni volta nel tuo blog
RispondiEliminaCiao Susy! Hai ragione, lo scopo è profondo… e la storia è raccontata in prima persona da chi ne ha passate davvero tante. Grazie a te per la lettura!
EliminaCara Silvia, trovo interessante quello che fai è un modi di far conoscere tutto.
RispondiEliminaCiao e buon inizio della settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Ciao Tomaso! Io sono davvero contenta che per te quello che pubblico sia interessante! Buona settimana anche a te :-)
EliminaConosco la storia di Cesare e Daniela e sono certa che questo spettacolo sarebbe per me molto emozionante.
RispondiEliminaSei fortunata ad averlo potuto ammirare.
Ciao Claudia! … è davvero emozionante, sono contenta che l'Amministrazione della mia città abbia scelto il loro spettacolo!
EliminaUno spettacolo che tratta un tema importantissimo, sono certa che sia molto bello, cesare bocci poi mi piace molto :)
RispondiEliminaCiao Angela! Spero tanto che riuscirai a vedere lo spettacolo anche tu :-) Gli interpreti non ti deluderanno!
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