Film sulla scuola da non perdere
Cari lettori,
oggi affrontiamo insieme un
tema che sul mio blog è piuttosto nuovo: il cinema.
Pur non essendo espertissima,
mi sono convinta a scrivervi qualcosa dopo diverse osservazioni fatte
da miei amici, che mi hanno più volte invitata a pubblicare qualche
post in tema. Nota a quasi tutti quelli che mi conoscono, poi, è la
mia passione per il cineforum, che quest'anno, purtroppo, ha trovato
molto meno posto del solito nel corso della settimana (lavoro
dall'altra parte di Milano, doppio corso di danza e casa nuova non
hanno aiutato), ma che mi piace sempre.
Esaurite le premesse, veniamo
a noi. Per questo primo post da cinefili ho deciso di buttarmi sul
classico e di partire da quei film guardando i quali tutti noi insegnanti – di
ruolo, pensionanti, pensionati, precari e tirocinanti – decidiamo
di rivedere noi stessi e di fare un po' di sana autoanalisi.
Questi sono i quattro titoli
che mi sento di consigliare, e spero che tutti voi concediate loro
almeno un'opportunità.
La scuola (1995), di
Daniele Luchetti
Classica pellicola sul mondo
dell'istruzione, vista e rivista, merita comunque una menzione.
Siamo
a Roma, e non certo nella Roma bene: tutto, in questo film, fa
intuire che ci troviamo decisamente in periferia, e, com'è ovvio, in
una scuola pubblica.
Assistiamo ovviamente al più
classico scenario che ci presenta l'istruzione statale: crepe sui
muri, bagni mal funzionanti, persino pareti che crollano (e si
sospetta che un'insegnante sia rimasta coinvolta, visto il
ritrovamento di una sua scarpa sul luogo del delitto).
In questa (a)tipica scuola,
nessuno è esemplare: gli studenti tirano a campare, fanno modesti
tentativi di arrivare alla sufficienza, non si presentano neanche; il
preside si disinteressa dei problemi disciplinari e di rendimento e
punta alla promozione di tutti quanti solo per non avere problemi; i
docenti, infine, sono arrabbiati, spesso stanchi e frustrati, e
qualche volta troppo presi da problemi personali per concentrarsi
sull'attività scolastica.
Gran parte del film è
ambientato nel corso dell'ultimo giorno di scuola e di un consiglio
di classe per le pagelle finali (che diventa quasi una rissa), anche
se, ovviamente, assistiamo a numerosi flashbacks che ci
raccontano com'è stato l'anno scolastico.
L'unico “eroe per caso”,
tutt'altro che perfetto ma onesto e volenteroso, risulta essere il
professor Vivaldi, interpretato da un sempre interessante Silvio
Orlando (a proposito, andatelo a vedere in “Un paese quasi
perfetto”, ne vale la pena!).
“La scuola” è un film
che, quando è stato fatto, voleva forse immaginare un'utopia
negativa di come sarebbe stata la scuola del futuro.
È amaro constatare che molte
di queste predizioni si sono avverate.
È anche però consolante
notare quanti Vivaldi esistano ancora.
Bianca come il latte rossa
come il sangue (2013), di Giacomo Campiotti
Questo film, tratto dal primo
romanzo omonimo di Alessandro D'Avenia, è stato molto discusso per
le tematiche trattate. Da molti detrattori, infatti, è stato
giudicato un semplice prodotto adolescenziale “mascherato” da
storia più impegnativa.
Personalmente mi sento invece
di consigliare a tutti la visione di questa pellicola (e ovviamente la
lettura del libro), che trovo una delle classiche storie che si
possono usufruire a più livelli: è godibile per i ragazzini tanto
quanto per gli adulti.
La storia di Leo, che ha 16
anni ed è in guerra con la scuola e con il mondo, si intreccia con
quella di due ragazze.
Una è Beatrice, più grande di Leo ed
irraggiungibile, bianca e rossa come i due abiti preferiti della sua
omonima della Vita Nova, in grado, con il suo saluto, di
“miracol mostrare” (leggi: far squagliare il povero Leo con uno
sguardo).
L'altra è Silvia, la migliore amica di Leo, che, d'accordo
con l'omonima della poesia, rappresenta la Speranza che per lui ci
sarà sempre qualcuno ad ascoltarlo e sostenerlo.
Il percorso di crescita di
Leo, che sarà difficile e doloroso, prevede un aiutante d'eccezione:
“il sognatore”, ovvero il suo professore.
Mi è piaciuto molto come, nel
libro e nel film, è stata presentata questa figura.
Troppo spesso i professori
vengono immaginati come dei personaggi rigidi, intransigenti, anche
un po' troppo metodici e pedanti.
Io credo che la maggior parte
dei prof invece sia proprio quello che afferma il film: un gruppo di
sognatori che insegue un ideale (nel mio caso, quello di dedicare una
vita alle Lettere) ed ha la simpatica ed un po' pretenziosa idea di
trascinare sulla medesima strada quante più persone sia possibile.
Molti
dicono che la storia di Dante che scrive poemi per un saluto di
Beatrice oppure quella di Silvia che fa sempre ogni giorno la stessa
strada di fronte alla casa di Leopardi sono racconti ormai
sorpassati, e che noi siamo dei pazzi a volere insegnare ancora tutto
ciò. Ebbene, questo film dimostra ampiamente il contrario…
Mona Lisa Smile (2008), di
Mike Newell
Questa pellicola tutta al
femminile affronta il tema dell'istruzione negli anni '50 in America.
La giovane Katherine (Julia Roberts, per me una delle migliori di
sempre), professoressa trentenne e nubile, si ritrova ad essere una
delle più giovani insegnanti di un collegio femminile molto rigido e
restrittivo.
Inutili sono i suoi primi tentativi di appassionare le
ragazze alla storia dell'arte, la sua materia: Katherine si trova
davanti un muro di spocchiose giovani donne il cui unico interesse è
terminare gli studi il prima possibile, trovare un buon partito e
fare la brava moglie americana.
Il film è la storia di una
lotta paziente e costante, giorno dopo giorno e poi mese dopo mese,
nel corso dell'anno scolastico.
Katherine si scontra con la
dirigenza del collegio, che chiaramente la considera un elemento poco
valido; si inimica buona parte del corpo docenti per i suoi metodi
così differenti dalla maggioranza dei colleghi; ha, infine, non
pochi problemi con le sue stesse studentesse, che si rifiutano di
vedere la vita da un'altra prospettiva.
Il lavoro straordinario che
Katherine fa è quello di promuovere la dignità e la bellezza
interiore di ogni singola ragazza, spingendo tutte quante a lavorare
su se stesse, invece di considerarsi solo un bel premio per un uomo
ricco.
Questo film mi ha toccato nel
profondo proprio per questa attenzione al rapporto prof-alunni,
sull'importanza che questo può arrivare ad assumere e su cosa accade
quando c'è un inevitabile distacco.
Ho vissuto questa esperienza da
entrambe le parti.
Dalla “parte” della
studentessa, posso dirvi che si sopravvive bene: si può sempre
rivedere/risentire l'insegnante in questione, la vita prosegue e ci
sono tante nuove opportunità da cogliere e maestri di vita da
seguire…
Dalla “parte” della
neo-prof, invece, posso tranquillamente confessarvi che la questione
diventa devastante e che ho ancora parecchia strada da fare.
Il rosso e il blu (2012),
di Giuseppe Piccioni
Di solito si dice che “il
meglio resta per ultimo”, ed è per questo motivo che, in ultimo,
mi sento di consigliare il film sulla scuola che forse preferisco.
“Il rosso e il blu”
affronta tre storie parallele che si svolgono in un liceo romano.
La preside, interpretata da
Margherita Buy, è una donna ancora giovane e completamente dedita
alla scuola. La sua serietà, che a tratti diventa rigore, è messa
seriamente in crisi nel momento in cui un ragazzo della sua scuola
viene di fatto abbandonato dalla famiglia e lei si trova ad
occuparsene.
L'anziano professore di storia
dell'arte Fiorito, ormai sull'orlo della pensione, scettico e
disincantato, non crede più nel valore della scuola, e conta i
giorni che gli mancano prima di andarsene, fino al momento in cui una
sua ex alunna inizia a cercarlo insistentemente.
Il giovane supplente Prezioso,
infine, vorrebbe insegnare Lettere con tutta la passione di cui è
capace, ma si scontra con la mollezza di molti dei suoi alunni, la
piattezza dei discorsi di tanti suoi colleghi e tanti problemi di
burocrazia e gestione della scuola che poco hanno a che fare con la
cultura. Fortunatamente alcuni suoi alunni sono meglio di quello che
crede…
“Il rosso ed il blu” non
idealizza la scuola, né fa satira, ma racconta con semplicità ed
attenzione tante sfumature dell'animo umano, lasciando un implicito
messaggio: si può sempre ricominciare, e, come Odisseo (citato nella
storia), arrivare alla propria Penelope alla fine di tanti tormenti.
E voi… che cosa ne pensate?
Avete visto questi film? Vi
piacciono? Ne avete altri da consigliare?
E che ne pensate di un
eventuale spazio cineforum sul blog?
Troppe domande, eh? Non vi
preoccupate, non vi metto il voto… per stavolta, eheh!
Grazie per la lettura e al
prossimo post :-)
Ciao! Non ho visto nessuno dei film in questione, ma dalle trame e dalla tua spiegazione mi ispirano molto! Magari inizio a vedere Bianca come il latte, rossa come il sangue, visto che pur conoscendolo non so pressochè nulla della trama!
RispondiEliminaA presto! :)
-G
Spero che questi film ti piaceranno, sono contenta di averti incuriosito! :-)
Eliminanon ho visto solo Monnalisa smile, ma vedrò di recuperare
RispondiEliminagli altri li ho visti ed apprezzati, sono molto carini.
mi viene in mente il celebre L'ATTIMO FUGGENTE con robin williams, che punta molto sul rapporto insegnante-allievi
pur non essendo esperta, mi ritengo se non altro "abbastanza appassionata" di cinema (tant'è che abbozzo qualche recensione sui film che vedo), quindi uno spazio del genere sul blog sarebbe mooolto carino!!
Hai ragione, anche "L'attimo fuggente" è un film che merita davvero!
EliminaMi fa piacere che tu sia appassionata di cinema... penso che pubblicherò altri post a tema "film", comunque!!