giovedì 20 febbraio 2020

IL SILENZIO GRANDE

Uno spettacolo di Maurizio De Giovanni in scena al Carcano



Cari lettori,
febbraio si sta rivelando un mese incredibilmente ricco di spettacoli, e così, ancora una volta, ecco un post dedicato ai nostri “Consigli teatrali”!


Come ormai molti di voi sapranno, sono una grande fan di Maurizio De Giovanni, scrittore noto principalmente per la serie che ha per protagonista il commissario Ricciardi (che ho recensito qui e qui) e per quella de I Bastardi di Pizzofalcone (della quale vi ho parlato in questa occasione), ma anche per altri romanzi, come il fantasy mitologico "I Guardiani" e le inusuali spy stories di Sara, un’agente dei Servizi in pensione.


Non è la prima volta, quest’anno, che Maurizio De Giovanni si reinventa come attore teatrale: in ottobre, infatti, ho avuto il piacere di assistere a Canzoni per il commissario Ricciardi (qui la recensione), uno spettacolo in cui lo scrittore stesso leggeva alcuni passi riguardanti personaggi secondari dalla sua serie più famosa, intervallandoli ai brani più famosi della canzone napoletana, eseguiti da orchestra e soprano.

Dello spettacolo che vi presento oggi, invece, De Giovanni è autore; la regia è di Alessandro Gassmann, già protagonista della fiction I Bastardi di Pizzofalcone.



Una famiglia in difficoltà


Il silenzio grande è sostanzialmente la storia di una famiglia della Napoli più agiata, che però sta passando un periodo di grave crisi economica e personale.


Capofamiglia è Valerio Primic, scrittore di pregio, riconosciuto dai critici come uno dei più importanti letterati del ‘900. Egli ha vinto tre premi Strega ed accumulato un discreto patrimonio nel corso degli anni, ma il suo carattere difficile gli ha alienato le simpatie degli accademici e lo ha portato a litigare con gli editori. Il denaro della famiglia, così, di anno in anno si è ridotto sempre più.

Nel corso di una giornata che per il professore dovrebbe essere “lavorativa” (ma egli, suo malgrado, finirà col fare di tutto tranne che scrivere), gli altri componenti della famiglia visitano a turno il suo grande studio, stanza che costituisce il suo regno e che è amata ed odiata insieme. 


La moglie Rose, per quanto addolorata, gli rinfaccia gli errori fatti sul lavoro, che hanno portato il nucleo familiare a vivere un momento così difficile, ed insinua che la persona più adatta a farsi carico delle loro difficoltà potrebbe essere Luca, un cugino, di professione commercialista, che ovviamente Valerio non sopporta.

Il figlio maggiore Massimiliano si sente perduto: egli, tempo prima, ha scelto la Facoltà di Lettere principalmente per ottenere la stima del padre, ed ora nessuno dei possibili lavori attinenti ai suoi studi lo attira veramente. Inoltre, egli ha sempre nascosto a Valerio la sua omosessualità, e desidera finalmente parlargliene.

La figlia Adele, infine, ammette di fronte al padre di averlo sempre adorato, ma che, proprio per questo motivo, lo ha sempre “cercato” in altri uomini, ed ora è nei guai per via di una relazione con un uomo molto più maturo di lei.



La confidente del professore


Ascoltando queste confessioni, che moglie e figli sembrano quasi rovesciargli addosso senza nemmeno sentire una risposta, Valerio si sente impotente, e finisce per chiedersi dove ha sbagliato.

Gli viene in aiuto la domestica della casa, Bettina, ormai “di famiglia”, dal momento che, da quando il professore ed i suoi sono in crisi economica, è rimasta comunque al loro servizio, anche senza uno stipendio.

Ella è una donna, come dice Valerio stesso, “pragmatica”, molto lontana dal mondo del professore, fatto di libri, silenzi, musica raffinata. Sostiene di farsi gli affari suoi, ma, ovviamente, non perde occasione per origliare i dialoghi dalla porta di servizio e di correre da Valerio con un buon caffè ed un po’ di acqua fresca ogni volta che lo vede sconvolto (cosa che accade ripetutamente).


Con lei, che sembra essere l’unica che effettivamente lo ascolta e risponde alle sue domande, egli si confida, e fa alcune riflessioni sulla figura paterna. Egli, infatti, non ha molti ricordi del padre, perché i suoi genitori appartengono alla generazione che ha vissuto gli anni della guerra e che ragionava ancora secondo il vecchio schema per il quale la madre si occupava della famiglia ed il padre, invece, portava i soldi a casa.

Egli, però, si rende conto che il mondo è cambiato, che si evolve sempre più rapidamente, e che lui, che è stato per troppo tempo chiuso nel suo mondo da intellettuale, deve affrettarsi per stare al passo e non perdere l’affetto della sua famiglia.



Scenografia ed attori


Lo spettacolo è interamente ambientato nello studio del capofamiglia: una stanza con mobili antichi, un comodo divano, una scrivania imponente, moltissimi libri (sull’ordine dei quali ogni componente della famiglia ha idee diverse), una vecchia radio, un attrezzo ginnico per apprendere i movimenti del canottaggio (Valerio è anche un ex campione sportivo).

Una grande porta finestra dietro la scrivania si affaccia sul mare e sul Vesuvio, ad indicare il quartiere agiato di Napoli dove la famiglia vive da tempo, quartiere che però Rose vorrebbe lasciare perché è ormai ben al di là delle possibilità familiari.

Sulla sinistra ci sono due porte: una principale, dalla quale entrano moglie e figli, ed una di servizio, per la quale passa Bettina.

Palcoscenico e platea sono separati da un telo trasparente, sul quale vengono proiettate delle immagini, che possono essere sia ricordi dei protagonisti sia personaggi secondari dei quali essi parlano.


L’attore che interpreta Valerio Primic è Massimiliano Gallo, già collega di Alessandro Gassmann ne I Bastardi di Pizzofalcone: egli interpreta il ruolo del vicequestore Luigi Palma, capo dell’ispettore Lojacono (il personaggio del regista) e leader (un po’ suo malgrado) di tutta la squadra.

La moglie Rose è interpretata da Stefania Rocca, volto noto della tv e del cinema, mentre Bettina è Monica Nappo, attrice che sono sicura di aver già visto in qualche fiction. I giovani attori Jacopo Sorbini e Paola Senatore completano il cast nel ruolo dei figli.



Il “silenzio grande”


Lo spettacolo prende il suo nome da un discorso che Bettina fa al professore. Ella, infatti, gli fa notare che in una famiglia è normale che ci siano delle piccole omissioni, i cosiddetti “silenzi piccoli”. Nel momento in cui, però, essi iniziano ad essere troppi, si sommano, e creano un “silenzio grande”, ovvero una serie di pericolosi non-detti che possono creare una voragine tra marito e moglie, oppure tra genitori e figli.

Proprio per questo motivo, lo spettacolo riserva anche allo spettatore dei grandissimi colpi di scena, che lo tengono incollato alla sedia per due ore abbondanti di rappresentazione.

Maurizio De Giovanni, come suo solito, descrive la vita familiare così com’è, facendo nascere una risata da piccoli e grandi drammi e consentendo un inaspettato riscatto a personaggi che sembrano aver perso la loro strada.

Uno spettacolo da non perdere, non solo per i fan dell’autore!




Personalmente, ho visto lo spettacolo al Teatro Carcano di Milano, dove è rimasto dal 6 al 16 febbraio. So per certo che questa rappresentazione è già stata a Napoli, città dove è ambientata la storia, e sono certa che essa verrà portata in tour in altre città d’Italia. Vi invito a non perdervela, non ve ne pentirete!
Voi avete visto questo spettacolo, magari a Napoli o altrove? Vi è piaciuto?
Vi ho incuriosito? Come sempre, fatemi sapere!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)

10 commenti :

  1. Cara Silvia, leggendo il racconto dello spettacolo credi sia veramente interessante.
    Ciao e buona giornata, con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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  2. Uno spettacolo davvero interessante per il tema che tratta, un tema sempre attuale, quello delle dinamiche familiari, che non si finisce mai di indagare. Grazie Silvia.
    sinforosa

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    1. Ciao Sinforosa! Senza dubbio è un tema su cui c'è sempre tanto da dire… e l'autore, come sempre, è originale! Grazie a te per la lettura :-)

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  3. Massimiliano gallo è bravissimo, se poi c'è la firma di de Giovanni... sarebbe uno spettacolo che vedrei molto volentieri!

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    1. Ciao Angela! Sia Massimiliano Gallo che gli altri attori sono tutti bravissimi, davvero :-) Spero che lo spettacolo arriverà anche dalle tue parti!

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  4. Di Maurizio De Giovanni, conosco ed apprezzo gran parte della sua produzione letteraria. Mi manca vedere una sua opera a teatro. Speriamo arrivi anche dalle mie parti.
    PS: Massimilano Gallo è una bella conferma, il suo spessore di attore è noto.

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    1. Ciao Mariella! Anche io, come te, sono fan dei suoi romanzi, quindi mi fa molto piacere che si stia dedicando anche al teatro. Senz'altro Massimiliano Gallo è una conferma!

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  5. Di De Giovanni ho letto le storie con protagonista Mina Settembre, e le ho trovate splendidamente scritte, mi sono piaciute immediatamente.

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    1. Ciao Marco! Io ho appena finito "Dodici rose a Settembre"... ed è piaciuto anche a me!

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