giovedì 6 giugno 2019

CINEFORUM PRIMAVERA 2019

La recensione dei film che ho visto



Cari lettori,
sono davvero felice di poter finalmente dedicare un post ai nostri “Consigli cinematografici”.

Come avrete notato, nel corso di quest’inverno e della primavera che è seguita ho avuto un po’ più occasioni del previsto di andare a teatro, ma un po’ meno di quelle che speravo di frequentare il cineforum.

Sono comunque riuscita a vedere quattro film che, anche se molto diversi tra loro, a mio parere sono interessanti. Si tratta di pellicole molto diverse tra loro per genere, regia e stile narrativo; personalmente, però, sono rimasta colpita da tutte.


I cineforum in cui ho visto questi spettacoli sono il Cinema teatro Agorà di Cernusco sul Naviglio e il Cinema Teatro San Giuseppe di Brugherio, due sale di provincia che hanno sempre un’ottima programmazione di essai.



Notti magiche, di Paolo Virzì


Questa insolita commedia gialla ha luogo a Roma, nell’estate del 1990. La partita Italia – Argentina è in corso, e la nazionale sta per essere eliminata ai rigori. 
Mentre tutti sono tesi e concentrati nell’osservare le tv casalinghe e gli schermi dei bar sport, una macchina cade a tutta velocità nel Tevere. A bordo c’è un uomo, ma non è morto né per l’impatto né per annegamento: la polizia comprende subito che egli è stato assassinato e poi messo a bordo dell’auto fuori controllo.

Il morto era una persona illustre: Leandro Saponaro, un produttore cinematografico noto più per i debiti e gli scandali che per i film. È proprio una delle sue tante accompagnatrici a far sapere alla polizia che gli ultimi ad aver visto vivo l’uomo sono tre ragazzi: Eugenia, Antonio e Luciano.

Questi ultimi sono i tre finalisti di un importante premio di sceneggiatura. 
Sono tre personaggi piuttosto stereotipati ed un po’ problematici: una ragazza ricca ed agiata che prova risentimento nei confronti della famiglia e dipende da sostanze e psicofarmaci; un impacciato e formale studente che vorrebbe portare al cinema la storia dell’arte; un operaio di Piombino che recita la parte di chi si vuole godere la vita a tutti i costi, ma in realtà ha una ben triste storia da raccontare.

Quando i tre si trovano di fronte al commissario di polizia, iniziano a raccontare la storia dall’inizio: la loro premiazione, la loro occasionale conoscenza che si trasforma in amicizia, il loro ingresso nel “mondo magico” del cinema che si rivela pieno di bruttezze e squallori.


L’elemento più originale del film è sicuramente l’inizio in medias res con delitto e la conseguente indagine. Nulla di così originale in sé, vista l’abbondanza di film polizieschi italiani di ogni possibile sottogenere, ma, a mio parere, una novità per Virzì, che spesso segue l’evoluzione di un personaggio in modo quasi biografico.

Quanto ai protagonisti, il fatto che siano quasi tutti un cliché vivente fa perdere un po’ in originalità alla pellicola, ma regala tante scene (amaramente) divertenti. 
I tre aspiranti sceneggiatori sono “presi in giro” dal regista per il loro desiderio di avere successo nel mondo del cinema, che a poco a poco si rivela essere poco più che un bel sogno, ma il vero obiettivo della sua satira sono i vecchi volponi di questo mondo pericoloso, tutti i Leandro Saponaro, che si circondano di leccapiedi e personaggi infidi, dai quali si fanno condurre verso una fine tutt’altro che gloriosa.


Valutazione: tre stelle e mezza



The old man and the gun, di David Lowery


Forrest Tucker è un rapinatore seriale, del tutto sui generis. Egli ha ormai 77 anni ed è finito per ben 16 volte in carcere, riuscendo sempre ad evadere.

Nonostante l’età e la “carriera”, egli persevera, con l’aiuto di due soci, nel compiere delle rapine alle cui modalità è davvero difficile credere.
Egli, infatti, è solito entrare in banca con un aspetto distinto ed elegante, domandare delle informazioni accennando ad un conto cospicuo e, quando meno l’impiegato o il direttore se lo aspettano, mostrare il fucile sotto il cappotto.

Le rapine si svolgono in assoluto silenzio, tanto che gli altri impiegati non si rendono conto di quello che sta succedendo. Mai un morto, mai un ferito, mai nemmeno uno sparo. Quando arriva la polizia, Tucker è già lontano e tutti quanti lo descrivono come un “gentile signore” (perfino la persona a cui egli ha mostrato il fucile).


Anche se Forrest non lo sa, però, ci sono due persone che stanno per entrare nella sua vita, destinate a cambiarla completamente. 
La prima è una signora, dall’aspetto tranquillo ed elegante proprio come lui, rimasta sola dopo aver perso il marito e visto crescere i figli, che forse diventerà il suo ultimo amore. 
La seconda è un giovane e determinato poliziotto che, nonostante gli ordini dei suoi superiori, ha deciso di occuparsi quasi esclusivamente di lui e di dargli la caccia finché non lo avrà arrestato.


The old man and the gun è l’ultimo film di Robert Redford, e basta questa caratteristica a definirlo. Si tratta di un monumento alla carriera dell’attore, che in una sola pellicola interpreta tante “versioni di se stesso” che il suo pubblico ha conosciuto ed amato: il fuorilegge, l’avventuriero, l’uomo d’onore, il romantico innamorato…
Nel corso del film vengono mostrate delle sue vecchie foto, e persino un breve fotogramma di Caccia grossa, una delle pellicole che l’ha consacrato come “bello di Hollywood”. 

Per la sua ultima interpretazione, egli ha scelto una storia vera, un “ladro gentiluomo” che ha fatto sognare per un’ultima volta i suoi fan (e soprattutto le sue fan).


Valutazione: quattro stelle



Vice – L’uomo nell’ombra, di Adam McKay


Il protagonista di questa biografia è Dick Cheney, passato alla storia per essere stato il vice-presidente di G.W.Bush ed avere, di fatto, preso il controllo del Paese dopo l’attentato terroristico dell’11 settembre 2001.

Il film, però, inizia a raccontare la storia di questo importante politico dagli anni ‘70, quando Dick è solo il fidanzato di Lynne, una ragazza molto intelligente che, con il suo aiuto, lo ha fatto ammettere all’Università. Egli, però, si fa espellere, trova un lavoro malpagato come operaio e si fa arrestare per rissa e ubriachezza molesta.
A questo punto Lynne, che è una ragazza conservatrice e desidera accanto a sé un uomo rispettabile, gli dà un ultimatum, ordinandogli di rigare dritto e di fare carriera, se non vuole perderla.

Dick si lascia convincere dalla fidanzata, si re-iscrive all’Università, inizia un tirocinio in ambito politico e conosce un senatore repubblicano decisamente disinvolto. 
Da quel momento, egli scopre la sua vocazione: essere un perfetto servo del potere.

Dopo questa prima esperienza, nessuno più lo fermerà: grazie anche a Lynne che gli fa da portavoce, la sua carriera politica va bene a tal punto che egli stesso si ritrova in lizza per la presidenza.
Avendo però una figlia omosessuale, comprende, in quanto repubblicano a favore della famiglia tradizionale, di non potersi esporre così tanto.

C’è però un’alternativa: il figlio inetto di Bush senior, che non è in grado di mandare avanti gli affari di famiglia, vorrebbe inserirsi in politica. E chi meglio di Dick Cheney potrebbe essere la sua “ombra”?


Si potrebbe pensare che Vice – L’uomo nell’ombra sia un semplice film biografico, ma, a mio parere, tanti elementi di satira politica ed altrettante riflessioni sulla natura umana lo rendono un film sfaccettato e complesso, da vedere con attenzione.
Bellissima la scelta di alternare le scene di dialogo tradizionali ad altre, più metaforiche, che sottintendono i reali pensieri di Cheney: un pesce che abbocca all’amo, un ghepardo che afferra una gazzella… come a sottolineare il fatto che il predatore più spietato è proprio un certo tipo di uomo.

Molto interessante la figura di Lynne, che è tutto tranne che una moglie “di rappresentanza”, come spesso si presentano (e poi magari non sono) le consorti dei senatori repubblicani. Originale anche l’idea del narratore, un ragazzo giovane che avrà un ruolo decisamente inaspettato. 
Un film davvero da vedere!


Valutazione: cinque stelle



La favorita, di Yorgos Lanthimos


Questo film storico è ambientato nell’Inghilterra del XVIII secolo, quando la massima autorità è la regina Anna, una donna profondamente infelice. Ella ha perduto ben 17 figli, o in gravidanza o nel corso del loro primo anno di vita, ed ogni volta, per compensare la mancanza, ha adottato uno dei suoi conigli, che considera il suo unico e vero tesoro. È anche afflitta da tanti problemi fisici (la gotta, la perenne stanchezza, il peso, lo stomaco debole) e mentali (è capricciosa, infantile, probabilmente depressa).

Una simile persona, di fatto, non è in grado di governare, ed è per questo che si affida in tutto e per tutto alla sua favorita, Lady Sarah, moglie di un generale dell’esercito, amica dell’attuale Primo Ministro ed appartenente alla fazione più conservatrice. Recitando la parte di amica (ed intima amante) della regina, ella, di fatto, controlla tutto il regno, spingendo anche l’Inghilterra in guerra contro la Francia.

Un giorno, però, arriva a corte Abigail, una lontana cugina di Lady Sarah, caduta in disgrazia dopo il fallimento ed il suicidio del padre. Ella ha alle spalle una storia difficile, fatta di abusi e di prepotenze, e sembra aspirare soltanto ad un impiego tranquillo. 
Lady Sarah la fa assumere come serva, ma ben presto si rende conto della sua intelligenza e la promuove a sua assistente.

Il piano di Abigail, però, è ben preciso: fingere innocenza e bontà per adulare la regina, entrare nelle sue grazie, contrarre un buon matrimoni, fare amicizia con il leader dell’opposizione… e sostituire, di fatto, Lady Sarah.


Tanti critici hanno definito La favorita come un saggio sulla condizione femminile del tempo, e di certo non si può negare che l’inferiorità della donna e le sue scarse possibilità di manovra in un mondo di uomini siano tematiche importanti all’interno del film. Tuttavia, io credo che la chiave del film sia un’altra e che vada al di là delle differenze di genere. 

Penso infatti che questa sia una storia sul potere e sui modi per ottenerlo e conservarlo. Le due protagoniste, che si sfidano per ottenere i favori della regina, sembrano in cerca di un loro spazio, e di conseguenza della libertà, ma non si rendono conto che, giorno dopo giorno, si stanno infilando in una gabbia, proprio come i conigli che vivono in cattività. Entrambe, di fatto, aspirano al posto della sovrana, ma finiscono per ereditarne la sua sconfinata infelicità.


Valutazione: quattro stelle




Voi che cosa ne pensate?
Avete visto questi film? Ne avete sentito parlare?
Vi sono piaciuti?

La stagione del cineforum finisce con i primi di giugno, ma continuerò sicuramente a parlarvi di cinema durante l'estate con i preferiti del mese e forse anche con qualche altro genere di articolo.
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)

12 commenti :

  1. Cara Silvia, non ho visto nessuno di questi film, ti ringrazio per averne parlato, è un po’ come se li avessi visti, grazie. Serena giornata.
    sinforosa

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Sinforosa! Io mi diverto a raccontare questi film anche a chi non li ha visti! :-) Buona giornata anche a te!

      Elimina
  2. Ne ho sentito parlare certo, ed ho intenzione di vederli tutti, anche se il primo ne ho sentito parlare soprattutto in negativo, ma chissà quando lo vedrò ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Pietro! Il primo, fra i quattro, è quello che mi è piaciuto relativamente meno… purtroppo non si può evitare un po' di amarezza nel raccontare Roma, che è una delle città più belle del mondo ma ultimamente è stata teatro di tante brutture, in vari campi.

      Quanto agli altri tre, credo che potrebbero piacerti!

      Elimina
  3. Questi non li ho visti ma devo dire che tutti e quattro mi intrigano,in special modo quello storico!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Angela! La favorita è un film storico un po' anomalo per tanti motivi, ma sicuramente interessante!

      Elimina
  4. Non ne ho visto nessuno ma mi intriga proprio il primo, italiano.
    Sì, so che non sarà il massimo, ma boh... magari se passa in tv lo vedo^^

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Moz! Prima con Pietro parlavo di questo film come di quello che ho apprezzato "relativamente" meno… quindi non è un "filmone" come (secondo me) Vice, ma è comunque fatto bene, interessante, godibile. In generale te lo consiglio comunque!

      Elimina
  5. Non li ho visti e, in tutta onestà, non mi incuriosiscono.
    In compenso sono andata al cinema a vedere Aladdin che é, per me, un capolavoro.
    Te lo consiglio.
    Bacio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Claudia! Allora guarderò Aladdin :-) Grazie per il consiglio!

      Elimina
  6. Fra tutti questi film voglio recuperare "The old man and the gun"!😊 Buon inizio di settimana!👋

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Vanessa! Credo che ti piacerà! Buona settimana anche a te :-)

      Elimina