lunedì 4 marzo 2019

CINEFORUM INVERNO 2018-2019

La recensione dei film che ho visto




Cari lettori,
oggi sono davvero contenta di poter dedicare nuovamente un po’ di spazio ai “Consigli cinematografici”. 

Anche questo post, come quello autunnale, è dedicato ad alcuni film che sono riuscita a vedere recentemente tra il cineforum di Cernusco sul Naviglio, il mio paese, e quello di Brugherio.

Avrete notato che quest’inverno ho avuto quasi più occasioni di andare a teatro piuttosto che di andare al cinema, ma sono riuscita comunque a vedere qualche film, e, per ragioni diverse, devo dire che ve li consiglio tutti!



LA CASA DEI LIBRI, di Isabel Coixet


Questa delicata pellicola racconta la storia di Florence Green, una donna inglese che ha perso l’amato marito nel corso della Seconda Guerra Mondiale ed è rimasta senza una famiglia, con l’unica compagnia della sua passione per la lettura.

Per questo motivo, negli anni ‘50, dopo i primi anni di vedovanza, decide di lasciare la sua città e di trasferirsi nella cittadina di Hardborough, un caratteristico borgo vicino al lago.
Ella, nonostante la diffidenza del direttore della banca, riesce ad acquistare un immobile storico ed a trasformarlo in una libreria che ben presto riscuote sempre più successo all’interno della comunità.


Due persone, in particolare, diventano molto amiche di Florence.
La prima è una vivace bambina con i capelli rossi che, sebbene vada ancora alla scuola elementare, ha molta voglia di rendersi utile, e le si propone come aiutante.
Il secondo è un anziano e distinto signore, molto solitario, intorno al quale girano delle voci di paese troppo incredibili per essere vere. Egli non ha molta simpatia per i suoi concittadini, ma adora leggere e diventa subito il cliente più assiduo della libreria.

I due amici saranno un vero sostegno per Florence, che purtroppo deve guardarsi da dei pericolosi nemici: una coppia, composta da un generale in pensione e da un’anziana filantropa, che vorrebbe impadronirsi dell’immobile con la scusa di creare un “circolo culturale” (leggasi: un club riservato all’alta società del paese). I due godono del sostegno della banca e di tutte le autorità locali, e dalle velate minacce passano ad una vera e propria guerra per cacciare Florence dalla sua “casa dei libri”…


Questo film è a metà tra un dramma borghese ed una commedia dalle sfumature intellettuali. L’amore per i libri e le insidie sociali della periferia anglosassone sono infatti i due temi chiave di questa storia.

Nel cast segnalo Bill Nighy, un caratterista inglese, noto anche per aver interpretato il Ministro Scrimgeour in Harry Potter, che interpreta con maestria il personaggio del vecchio (forse non tanto) misantropo.

Una bella storia, interessante per noi bookblogger!


Valutazione: quattro stelle



UNA STORIA SENZA NOME, di Roberto Andò


Questo film a metà strada tra la commedia ed il thriller è ambientato all’interno di uno studio di produzione cinematografica.

Valeria (Micaela Ramazzotti), la protagonista, è una quarantenne che lavora lì come segretaria e vive con la madre, una donna molto bella ed intelligente dalla quale si sente costantemente sminuita.
Da anni ha stretto un accordo con Alessandro Bes (Alessandro Gassmann), uno sceneggiatore che da anni non ha più alcuna idea né alcuna voglia di scrivere. Ella, infatti, in cambio di un arrotondamento del suo stipendio da segretaria, scrive per lui le sceneggiature.

Una sera, però, ella viene avvicinata al mercato da un uomo misterioso, forse appartenente alla Polizia o ai Servizi. Egli è a conoscenza del suo “secondo lavoro” e le propone quella che egli stesso definisce una storia senza nome.

Essa non è altro che la vera storia della Natività di Caravaggio, quadro rubato decenni fa dalla mafia a Palermo e misteriosamente scomparso. Molti pentiti hanno dichiarato che il quadro è stato mangiato dai maiali, ma il misterioso interlocutore di Valeria sostiene di conoscere la sua attuale ubicazione: in una piscina di una villa poco lontana da lì, presso la quale è stato convocato un critico d’arte inglese, poi convenientemente eliminato.

Valeria resta intrigata dalla storia e ne scrive la prima parte, ma prega Alessandro di provare almeno a leggerla. Ovviamente l’uomo non fa nemmeno questo sforzo, ed il soggetto passa subito nelle mani del capo, che ne rimane conquistato. 
All’interno della società cinematografica, però, si nascondono alcuni prestanome della mafia, che iniziano a chiedersi perché uno sceneggiatore normalmente piuttosto disimpegnato conosca così tanti pericolosi segreti…


Se La casa dei libri è un omaggio alla lettura, Una storia senza nome lo è senz’altro nei confronti del cinema e dell’arte. 
Al centro della scena c’è anche una riflessione quasi filosofica sullo storytelling, su che cosa ci può essere di vero, verisimile ed inventato in ogni storia.
L’intreccio alterna momenti più ironici ad altri più drammatici e risulta davvero coinvolgente per lo spettatore.


Valutazione: quattro stelle e mezza



UN SACCHETTO DI BIGLIE, di Christian Duguay


Questo film è tratto dall’omonimo romanzo autobiografico di Joseph Joffo. 

Esso racconta la storia della famiglia dell’autore, il cui padre era barbiere a Parigi, insieme ai due fratelli maggiori. Il film ha inizio nel momento in cui i nazisti occupano la città e per le famiglie ebree ha inizio la persecuzione.
Anche se a malincuore, i genitori di Joseph decidono di dividere la famiglia e di escogitare un piano per raggiungere insieme Nizza, anche se per diverse strade.

I fratelli Joseph e Maurice, i piccoli della famiglia, partono insieme e intraprendono un difficoltoso viaggio, tra insperati passaggi e guide in grado di condurli attraverso i boschi.
Fortunatamente il piano riesce e tutti i componenti della famiglia finiscono per ritrovarsi insieme nel Sud della Francia, una zona teoricamente presidiata dai soldati fascisti ma di fatto libera. 

L’armistizio del ‘43, tuttavia, ribalta le sorti di tutti gli ebrei rifugiatisi in quelle regioni: gli italiani sono costretti a ritirarsi ed i nazisti sono di nuovo una minaccia. Joseph e Maurice si ritrovano, loro malgrado, a nascondersi in una sorta di istituto insieme ad altri loro coetanei, e comprendono che la strada per riunirsi al resto della loro famiglia è ancora molto lunga…


Un sacchetto di biglie è un classico della Giornata della Memoria, e ricordo che ai tempi della scuola elementare erano moltissimi i miei compagni che avevano letto il romanzo. Confesso che a me purtroppo manca, ma mi ha fatto molto piacere poter vedere questa pellicola, che è davvero adatta ad ogni fascia d’età e rappresenta un’incredibile testimonianza. 
I due protagonisti, i “piccoli” Joseph e Maurice, sono ormai anziani e vivono ancora a Parigi; la terribile storia di quello che sono stati costretti a vedere e ad affrontare, a mio parere, sarà ancora letta e raccontata per moltissimi anni.


Valutazione: cinque stelle



BLACKkKLANSMAN, di Spike Lee


America, anni ‘70. Ron Stallworth è un ragazzo di Colorado Springs che si ritrova ad essere il primo poliziotto di colore della sua cittadina. Egli viene inizialmente assegnato all’archivio, ma il lavoro di scrivania gli sta stretto e chiede di essere assegnato al reparto di indagini sotto copertura. 

Un giorno, quasi per scherzo, prova a telefonare alla sezione della sua città del Ku Klux Klan, spacciandosi per un uomo bianco e razzista desideroso di far parte del gruppo. Il presidente del gruppo sorprendentemente gli crede e gli dà un appuntamento per il venerdì successivo. 

È allora che a Ron viene l’idea di chiedere la collaborazione di un collega, un uomo bianco di religione ebraica, che si fingerà lui e che sarà la “faccia” dell’operazione.

Giorno dopo giorno, Ron ed i suoi colleghi conoscono sempre di più la terribile realtà del Ku Klux Klan, che in moltissimi Stati d’America opera alla luce del sole e si definisce perfino “organizzazione non violenta”. 
Qualcosa, però, sta per cambiare: in occasione dell’arrivo in paese del leader dei suprematisti bianchi Duke, alcuni esponenti del Klan hanno intenzione di piazzare alcune bombe, ed una, in particolare, presso la casa di una ragazza di colore a capo di un movimento studentesco che è a favore dell’uguaglianza. L’indagine sotto copertura si tramuta ben presto in una operazione di salvataggio…


Spike Lee ha definito questo film “una pellicola politica e di sinistra”. Pur non essendoci dubbi su questa informazione, a mio parere c’è di più. 
Questa storia, infatti, mostra con assoluta chiarezza quanto si possa diventare gretti, meschini, ignoranti perseguendo un “ideale” che non è altro che razzismo. I personaggi con i quali i protagonisti si devono confrontare sono così tragicamente ridicoli che lo spettatore non può fare a meno di riderne amaramente, e la capacità di fare della satira è sicuramente uno dei punti forti della pellicola.
Inoltre, ciò che è accaduto negli anni ‘70 per mano del Ku Klux Klan è di un’attualità davvero scottante, e non solo per gli Stati Uniti.


Valutazione: quattro stelle



UN AFFARE DI FAMIGLIA di Kore’eda Hirokazu


Questo film è ambientato in Giappone e narra la storia di una sorta di “famiglia per caso”, composta da padre, madre, nonna, una figlia adolescente ed un figlio di circa dieci anni. 
Queste persone, a dispetto delle apparenze, non sono unite da un legame di sangue, ma si sono scelte: la coppia, infatti, nel corso degli anni ha “adottato” prima la nonna, che era stata lasciata dal marito ed aveva paura di invecchiare da sola, poi la ragazza, più legata a quella nonna che al resto della famiglia, infine il bambino, trovato in una situazione di abbandono.

I cinque vivono in un tugurio in periferia ed integrano la pensione della “nonna” con stipendi da precari, lavori in nero, piccoli furti. 

Una sera, il padre ed il bambino trovano una piccola di cinque anni, che è in casa da sola senza i genitori, e decidono di portarla a casa per cena. In serata, però, mentre la stanno riportando a casa sua, odono rumori sospetti, vedono delle cicatrici sul braccio della bambina e si rendono conto che in quella casa si pratica della violenza: decidono così di non restituirla ai suoi genitori.

I mesi passano, la famiglia d’origine non ha mai denunciato la scomparsa della piccola, ed è così che quest’ultima diventa a tutti gli effetti un membro della famiglia: acquisisce un nuovo nome, viene portata al mare, crea un solido legame con i suoi “nuovi genitori”. 
Come però ripete saggiamente la nonna, questa situazione non è destinata a durare.


Questa pellicola ha un tono molto quieto, spesso anche troppo lento, ma questa scelta registica ha una motivazione ben precisa: quella di mettere in luce l’effettivo affetto che intercorre tra i componenti di questa famiglia, che non condividono lo stesso sangue, ma si sono comunque trovati. 
Il “padre” e la “madre” di questo nucleo sono persone tutt’altro che esemplari, compiono spesso azioni illegali e di certo non educano sempre correttamente i loro figli adottivi. 

Ciò nonostante, agli occhi dello spettatore, essi finiscono comunque per fare una figura molto migliore degli assistenti sociali, dei poliziotti, dei giornalisti con i quali essi si scontrano. Queste persone, infatti, prese dal desiderio di punire i colpevoli e di ristabilire l’ordine delle cose, finiscono per essere miopi e per commettere dei gravi errori. 

Un film non sempre facile ma interessante da vedere per valutare un’idea un po’ diversa del concetto di “famiglia”.


Valutazione: tre stelle e mezza




Ora tocca a voi! Avete visto questi film?
Ne avete sentito parlare? Che cosa ne pensate?
Quale vi è piaciuto di più?
Aspetto i vostri pareri!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)

16 commenti :

  1. Cara Silvia, leggendo le recensioni mi sono reso conto, ogni film a una bella storia.
    Ciao e buon inizio della settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Ciao Tomaso! Hai proprio ragione... ci sono ancora tante belle storie da conoscere! Buona settimana anche a te 😁

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  2. Non li ho visti, ma i primi due son quelli che mi incuriosiscono maggiormente!

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    1. Ciao Angela! Spero che se li vedrai ti piaceranno! 😀

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  3. Ciao Silvia! Io non mi intendo per niente di cinema quindi prendo appunti dal tuo post. Sicuramente La casa dei libri è quello che mi sembra più nelle mie corde.

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    1. Ciao! La casa dei libri è una di quelle commedie di costume un po' di nicchia che senza il cineforum non sarebbero molto conosciute.. Ma vale la pena di recuperarla! 😀

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  4. Non ho visto nessuno di questi film, ma alcuni li conosco. M'incuriosisce "La casa dei libri", ho segnato il titolo!😊

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    1. Ciao Vanessa! Spero che riuscirai a vederne almeno qualcuno 😁

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  5. non riesco ad andare al cinema come vorrei ma alcuni di questi mi piacerebbe proprio vederli. Bel post

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    1. Ciao Chiara! Spero che riuscirai ad andare al cinema un po' più spesso! 😀

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  6. Ciao Silvia! Vorrei vedere La casa dei libri, mi sembra molto piacevole da vedere =)

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  7. Cinque stelle ad Un sacchetto di biglie? sinceramente non me l'aspettavo, soprattutto pensando al fatto che al film di Lee (che devo ancora vedere, come anche tutti gli altri) ne hai date quattro, vabbè ;)

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    1. Ciao Pietro! La variante, devo ammetterlo, è il gusto personale… conoscendoti, sicuramente il film di Lee a te piacerà di più! Ricordo che nella tua recensione di "Un sacchetto di biglie" non eri proprio entusiasta :-(

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  8. Silvia, su Sky sto vedendo i film di Anna Magnani, un'interprete straordinaria, forse la migliore attrice italiana di tutti i tempi.
    Il migliore è La rosa tatuata, ma anche Mamma Roma di Pasolini offre spunti di riflessione sulla prostituzione tragica delle donne.
    Ciao.

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    1. Ciao Gus! Grazie mille per i consigli cinematografici :-) Purtroppo devo ammettere che ho delle lacune sia su Anna Magnani che su Pasolini. Recupererò!

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