lunedì 26 novembre 2018

LIBRI DA ARDERE

Il dramma di Amélie Nothomb in scena al Teatro Elfo Puccini




Cari lettori,
terzo appuntamento con i “Consigli teatrali” del mese di novembre! 
Ogni anno il periodo autunnale uno dei più ricchi per le stagioni di prosa dei vari teatri, ed il 2018 non ha fatto eccezione.


Oggi vi racconto nei dettagli uno spettacolo che ho visto la scorsa settimana al Teatro Elfo Puccini di Milano, e che mi ha molto colpito per la sua drammaticità ed il suo significato profondo: Libri da ardere.

Si tratta dell’unico testo teatrale di Amélie Nothomb, un’autrice contemporanea che ha scritto molti romanzi di successo, dai quali sono stati tratti film e spettacoli.
Esso è già stato portato in scena dalla regista Cristina Crippa nel 2006 ed è stato nuovamente presentato quest’autunno per una replica con due nuovi giovani attori, Angelo Di Genio e Carolina Cametti, che hanno affiancato il protagonista Elio De Capitani.

Ecco tutto quello che ho apprezzato di questo spettacolo!



La guerra, il freddo e una disperata necessità



La storia raccontata non ha un’ambientazione geografica precisa, ma i vaghi riferimenti ad un generico Occidente, che viene visto come qualcosa di lontano e difficilmente raggiungibile, fanno pensare ad un paese dell’Europa dell’Est.

Ciò che è certo è che questa nazione è già al suo secondo inverno di guerra: dei non meglio identificati “barbari” stanno devastando la città, bombardando i pochi depositi alimentari che ancora contengono qualcosa, distruggendo tutti i simboli di civiltà che sono rimasti.

Un professore universitario, docente di letteratura, è ormai da tempo rifugiato a casa sua insieme al suo assistente Daniel. Egli va sempre meno in Università per via dei continui bombardamenti, mentre il suo vice la frequenta esclusivamente perché essa è riscaldata e perché lì può incontrare una studentessa che è la sua fiamma del momento, Marina.


È proprio lei, un giorno, a passare a casa del professore ed a fargli notare, scherzosamente ma non troppo, che con quel terribile freddo tutti i romanzi della sua biblioteca creerebbero una bella fiammata. 
La proposta viene accolta con ilarità e sdegno: c’è ancora qualche mobile da bruciare, dar fuoco ai libri è impensabile, se si ha davvero freddo ci si può riscaldare in Università.

Non sono passate che poche ore da questa discussione quando un terribile bombardamento rade al suolo completamente la città universitaria. Marina, che ha perduto il suo piccolo appartamento all’interno del campus, viene accolta dai due uomini in quella casa che ormai è diventata un rifugio di guerra.


È allora che il problema del freddo inizia a dominare la scena e ad annullare ogni capacità razionale dei tre protagonisti: i luoghi istituzionali riscaldati sono stati distrutti, i mobili da bruciare sono finiti e la proposta di Marina sembra l’unica via di scampo…



La perdita dei libri e di ogni punto di riferimento



Man mano che i tre protagonisti bruciano i volumi dell’immensa biblioteca del professore, essi si rendono conto che si tratta di un sollievo temporaneo, destinato a durare sempre meno ed a dare meno conforto ogni giorno che passa.

In compenso, tutti e tre sentono affiorare dentro di loro degli impulsi primordiali ed autodistruttivi che li rendono, scena dopo scena, più simili a delle bestie che a degli uomini.


Marina, una ragazza dall’aspetto spregiudicato e seducente, rivela agli spettatori la propria fragilità ed insicurezza: per lei, infatti, “l’inferno è il freddo”, e senza un po’ di calore non riesce più a ragionare. Dentro di lei inizia a germogliare un pensiero suicida e, ora dopo ora, ella si fa più certa che, quando sarà bruciato l’ultimo libro, ella farà una passeggiata in città, alla ricerca della pallottola del cecchino che porrà fine alla sua esistenza.


Daniel, apparentemente cinico e disincantato, così ironico nelle sue dissertazioni con il professore, rivela la sua paura più grande: quella di perdere la donna amata.
Durante l’estate appena trascorsa, infatti, egli ha perduto la sua ex amante, Sonia, sotto un bombardamento, e vive nel terrore che possa succedere qualcosa a Marina. Egli, inoltre, si sente costantemente in posizione subordinata rispetto al professore, ed impazzisce nel rendersi conto che quest’ultimo inizia a nutrire un interesse nei confronti della sua ragazza.


L’uomo, infatti, nel vedere a poco a poco la sua preziosa collezione che brucia, perde completamente il senno e, da ironico e brillante, inizia a trasformarsi in una persona violenta e pericolosa, e si sfoga con le uniche due persone che interagiscono con lui, ovvero con i suoi coinquilini fortuiti.



L’ultimo libro e la sua importanza



Molti romanzi vengono bruciati nella stufetta del professore, ma egli si rifiuta categoricamente di darne alle fiamme uno, Il ballo dell’osservatorio.

Conoscendo il personaggio, lo spettatore potrebbe pensare ad un’opera importante per i suoi studi, oggetto di qualche tesi… invece non è nulla di tutto questo. Si tratta semplicemente di una storia d’amore fra adolescenti, piuttosto banale ed intrisa di cliché, che però il professore non può fare a meno di leggere e rileggere, e che piace molto anche a Marina.


Ai tre protagonisti, inaspettatamente, piange il cuore all’idea di buttare nella stufa una storia che prima della guerra, del freddo e della disperazione era stata semplicemente catalogata come brutta letteratura. 

In quel momento, quel libricino di narrativa diventa un simbolo di tutto ciò che i tre hanno perduto: la leggerezza, la capacità di amare, la voglia di raccontare e di stupirsi di fronte ad una storia. 

Come fare a meno di tutto questo?



Il messaggio finale



Come ha giustamente sottolineato l’attore protagonista alla fine della rappresentazione, la visione di questo spettacolo è più che mai necessaria ai nostri giorni, in un momento storico in cui troppe persone tentano di sminuire l’importanza della lettura, della cultura e dell’istruzione.

Alcune discipline, come le mie amate Lettere, sono ormai denigrate da tempo perché non dant panem, ma negli ultimi anni ho l’impressione che anche altri campi del sapere vengano attaccati pesantemente, come la scienza, la medicina, la legge...

Questo spettacolo mette in luce, in modo forse un po’ spietato, che cosa effettivamente accade all’essere umano, anche al più colto ed istruito, quando è costretto a rinunciare al sapere. Per non perdere la propria umanità e non diventare simili a bestie occorre dunque far tesoro di ogni singolo libro, anche di quelli che io stessa inserirei tra gli "sconsigli libreschi" e che ironicamente tanti definiscono “da lanciare nel caminetto”.

Come fa notare lo scrittore James Patterson, Che cosa siamo, noi, se non le nostre storie?




Lo spettacolo è rimasto al Teatro Elfo Puccini di Milano fino al 21 novembre, ed io stessa, purtroppo, sono riuscita a vedere soltanto una delle ultime repliche.
Visto il successo, tuttavia, non è escluso che esso venga replicato… magari in altre città d’Italia, visto che gli attori, alla fine della rappresentazione, hanno raccontato al pubblico di essersi esibiti persino in Spagna ed in altre nazioni.
Spero di avervi incuriosito e soprattutto mi auguro che condividiate con me l’importanza del messaggio che Libri da ardere vuole trasmettere.
Come sempre, aspetto la vostra opinione!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)

12 commenti :

  1. Lo sai che mi stai facendo venire la voglia di tornare a teatro?
    Non ci vado dal 2013, quando smisi di scrivere per i giornali, e quindi di recensire gli spettacoli.
    Però mi piaceva un sacco.
    Ecco, la mia città ha da poco ristrutturato il teatro civico.
    Penso che mi andrò ad informare sul cartellone degli spettacoli.
    Grazie e buon inizio di settimana.

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    1. Ciao Claudia! Vale sempre la pena di tornare a teatro… io recensisco per piacere personale, ma si può andare anche solo come semplici spettatori! Buon lunedì anche a te!

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  2. Non conoscevo questo spettacolo teatrale, grazie per avercelo fatto scoprire!😊 Affronta un tema molto attuale, la lettura e la cultura sono molto importanti, abbattono l'ignoranza e i pregiudizi!
    PS: mi sono dimenticata di chiederti se hai ricevuto le domande dell'intervista... 😊

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    1. Ciao Vanessa! Ho ricevuto le domande e sto rispondendo! A breve te le invierò, scusa se non ti ho risposto!
      Anche secondo me il tema dello spettacolo è davvero attuale :-)

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  3. Uno spettacolo davvero interessante e attuale per i contenuti, penso che alla fine si esca da teatro con tanti spunti su cui riflettere. Grazie Silvia per le tue inappuntabili presentazioni. Buon pomeriggio.
    sinforosa

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    1. Ciao! Anche secondo me è davvero interessante :-) Per me questo spettacolo è stata una sorpresa, anche perché non mi capita spesso di andare all'Elfo. Buon pomeriggio anche a te!

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  4. Cara Silvia, eccomi nuovamente da tutti voi per portare il mio caloroso saluto, ora che la mia cara Danila si sta rimettendo dal male che a avuto.
    Ciao e buona settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Ciao Tomaso! Non sapevo che Danila fosse stata male… mi spiace per il vostro brutto periodo! Vi saluto entrambi con affetto e spero di risentirti presto :-)

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  5. Dunque vediamo. Per il teatro ti segnalo l'audiolibro la signorina else narrato dalla rohrwacher (emons feltrinelli).
    Per il libro la raccolta delle poesie di antonia pozzi.
    Te ne lascio una (e questa è la terza che mollo...)
    madmath-child.blogspot.com

    Pausa
    Mi pareva che questa giornata
    senza te
    dovesse essere inquieta,
    oscura. Invece è colma
    di una strana dolcezza, che s'allarga
    attraverso le ore –
    forse com'è la terra
    dopo uno scroscio,
    che resta sola nel silenzio a bersi
    l'acqua caduta
    e a poco a poco
    nelle più fonde vene se ne sente
    penetrata.
    La gioia che ieri fu angoscia,
    tempesta –
    ora ritorna a brevi
    tonfi sul cuore,
    come un mare placato:
    al mite sole riapparso brillano,
    candidi doni,
    le conchiglie che l'onda
    lasciò sul lido.
    7 dicembre 1934

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    1. Ciao! Grazie di cuore per la visita, i consigli e la bella poesia! Passo a dare un'occhiata al tuo blog :-)

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  6. Dev essere una rappresentazione molto bella e significativa e, visto l argomento, mi piacerebbe sicuramente!

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    1. Ciao Angela! Questa volta credo proprio che l'argomento della rappresentazione potrebbe risvegliare l'interesse di tutti - o quasi - noi bookblogger!

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