giovedì 11 ottobre 2018

LE BACCANTI, LE ERACLIDI, LE SUPPLICI E LE FENICIE

Le donne di Euripide  #7




Cari lettori,
per la nostra rubrica “Donne straordinarie”, siamo giunti all’ultimo appuntamento con Le donne di Euripide. 


In questo post, dopo aver affrontato tante figure femminili singole, vorrei parlarvi brevemente di quattro tragedie nelle quali le donne agiscono in gruppo. 
La prima di esse è molto conosciuta, le altre tre forse un po’ meno, ma tutte sono, a mio parere, piuttosto interessanti.



Le Baccanti: gli strumenti di una punizione divina



Questa famosissima tragedia pone al centro della scena le origini del dio Dioniso, nato da Zeus e da una donna mortale. 

A Tebe, città d’origine di Semele, la madre del dio, si crede però che Dioniso non sia una reale divinità: le sorelle della donna hanno infatti messo in giro alcune maldicenze, alimentate dal nipote del dio, Penteo, attuale sovrano di Tebe.

Sotto mentite spoglie, Dioniso arriva in città e rende folli tutte le donne della famiglia reale, che fuggono insieme sui monti e nelle campagne per celebrare riti bacchici. 

La pazzia delle Baccanti diventa ben presto violenza e scatena il terrore, ma Penteo si rifiuta di credere che tutto questo sia opera di Dioniso e raggiunge le donne, convinto di poterle riportare alla ragione.

La vendetta del dio è terribile: Penteo viene ucciso e fatto a pezzi dalle donne della sua famiglia ed è la sua stessa madre che, in preda alla follia, riporta il suo capo a palazzo, convinta di avere in mano una testa di leone.


Le Baccanti sono solo apparentemente una tragedia religiosa: in teoria, infatti, la storia inviterebbe il lettore/spettatore a non irridere gli dei e ad essere rispettoso. 
In realtà, la vendetta di Dioniso risulta assolutamente sproporzionata rispetto a delle semplici maldicenze, ed il fatto che non sia compiuta direttamente, ma manipolando le Baccanti, rende la figura divina ancor più meschina. 



Le Eraclidi: donne tra sacrificio e vendetta



Gli Eraclidi è un dramma di guerra ambientato a Maratona. Lì, presso l’altare consacrato a Zeus, si sono rifugiati i figli di Eracle, perseguitati dal re di Argo Euristeo e protetti dal re di Atene Demofonte.

La questione è così delicata da diventare un vero e proprio casus belli: le due città arrivano a farsi guerra tra loro. Sarà Atene a prevalere e la vita degli Eraclidi verrà risparmiata.

In questo dramma corale sono due le figure femminili rilevanti: Macaria e Alcmena, rappresentanti rispettivamente la vocazione al sacrificio ed il desiderio di vendetta.


La prima è una delle figlie di Eracle: quando viene a sapere che l’oracolo ha predetto che Atene vincerà soltanto se verrà sacrificata una ragazza, si offre volontaria per salvare la vita ai fratelli ed alle sorelle. Ella, in definitiva, riveste il ruolo di una piccola Alcesti.


Ben diversa è Alcmena, che, una volta catturato Euristeo, non si fida delle sue promesse ed ordina che egli venga ucciso, dal momento che il suo desiderio di attaccare dei supplici è indizio di una pericolosa empietà. 
A differenza di ciò che viene raccontato nelle Baccanti, il destino di Euristeo è un vero richiamo per i lettori/spettatori ad essere pii.



Le Supplici: le madri di fronte all’orrore della guerra



Le supplici dell’omonima tragedia sono madri di guerrieri di Argo, che hanno visto tutti i loro figli morire nel corso della battaglia contro Tebe. 

Quando vengono a sapere che non potranno nemmeno seppellire degnamente i corpi, esse, disperate, chiedono aiuto alla regina madre di Atene. Quest’ultima si commuove e fa intervenire il figlio, il re Teseo.

Si giunge inevitabilmente allo scontro, ma, come ne Gli Eraclidi, è il rispetto per gli dei ad avere la meglio, ed i corpi dei sette valorosi capitani argivi vengono restituiti alle famiglie.


Questa tragedia euripidea è davvero drammatica e mette in luce in modo molto severo fino a che punto può arrivare la miseria umana. A queste donne, senza l’intervento risolutivo del re di Atene, non sarebbe stato concesso nemmeno un dignitoso funerale per i propri figli.


Al di là del gruppo delle Supplici, due figure femminili notevoli sono Etra, l’anziana e pietosa madre di Teseo, ed Evadne, la giovane vedova di uno dei sette comandanti, che, resa folle dal dolore, si getta sulla pira funebre.



Le Fenicie: una stirpe maledetta



Le fenicie trae il suo titolo dal coro di donne che, nel corso di questa tragedia, racconta la storia di una famiglia tebana maledetta: quella che ha generato Edipo.


I due figli maschi, Eteocle e Polinice, ingaggiano una guerra civile proprio di fronte alle porte della città, perché entrambi vogliono assumere il comando. La lotta fratricida ha un terribile epilogo: i due muoiono ed il controllo viene assunto da un parente, Creonte.


Oltre al coro di donne fenicie, le uniche figure femminili della tragedia sono destinate ad essere vittime della guerra: Giocasta, la madre di Eteocle e Polinice, si suicida per la disperazione, mentre la sorella Antigone è costretta ad andare in esilio insieme al padre Edipo.


In questa tragedia Euripide fa qualche passo indietro rispetto alla visione del mondo più moderna e dissacrante che presenta in altre tragedie, e torna a parlare, come il suo predecessore Eschilo, di “famiglie maledette” e di un destino al quale non è possibile sottrarsi.




RIEPILOGO DEL PROGETTO “LE DONNE DI EURIPIDE”:




Cari lettori,
siamo giunti alla fine di questo lungo e spero appassionante percorso. 


La tesi che volevo dimostrare è il fatto che Euripide non solo abbia prestato particolare attenzione alle figure femminili, ma che abbia dotato ognuna di loro di caratteristiche uniche e speciali, sia in positivo che in negativo. 

Ognuna di esse incarna un atteggiamento, una qualità, una caratteristica positiva o, al contrario, molto negativa. Siete d’accordo con le mie affermazioni?


Vi lascio il link ai miei post precedenti:



Elena


Medea



Vi ricordo che, nel corso del filone “Le donne della letteratura e la figura paterna”, ho parlato anche di:


Elettra (anche se nella versione di Sofocle)



Ho evitato di scrivere post su:

- Ecuba, Ifigenia in Tauride, Elettra, Oreste perché hanno per protagoniste eroine di cui ho già parlato;

- Il ciclope, che è una tragedia (satirica) interamente al maschile.



Ormai mi conoscete un po’ e sapete della mia grande passione per la tragedia greca.

Per me era molto importante scrivere una serie di post dedicati e spero di essere riuscita nel mio intento. Spero anche di aver avvicinato almeno un po’ i “non classicisti” a questo mondo così particolare.

Fatemi sapere che cosa vi è piaciuto (e che cosa invece no, ovviamente) e quale personaggio avete apprezzato di più. 

Se avete qualche idea per la prossima serie di post dedicata alle “Donne straordinarie”, scrivetela qui sotto, please :-) 
Vi confesso che in questo periodo ho in cantiere una nuova serie per "Il momento dei classici", ma non ho ancora pensato bene al futuro di questa rubrica, quindi qualunque idea è ben accetta!

Grazie infinite per la lettura, al prossimo post!

10 commenti :

  1. Ciao Silvia,
    grazie per questo post che mi ha rispolverato un sacco di cose utili sulla tragedia greca.
    Ti abbraccio!

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    1. Ciao! Davvero contenta di esserti stata utile, ricambio l'abbraccio :-)

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  2. Un progetto davvero degno di nota, Silvia :)

    Da un certo punto di vista è incredibile come la civiltà greca, di per sé piuttosto misogina, sia riuscita a trasmetterci figure femminili di questo spessore (anche se, nelle Baccanti, un certo sessismo di vede ancora).

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    1. Ciao! è vero, purtroppo sono stati molti gli aspetti misogini della civiltà greca… Euripide anticipa già una fase successiva rispetto a quella di maggior splendore delle polis, un momento in cui politica ed economia entrano in crisi ma inizia ad esserci una maggiore libertà di costumi!

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  3. Lo ripeto, Silvia, quello che scrivi è interessantissimo e in questo tuo fluire di parole si evidenzia non solo la tua competenza ma, cosa più importante per una insegnante, la tua passione che contagia tutti noi lettori.
    Grazie di cuore per questa tua esposizione, che rileggerò volentieri, e complimenti sinceri.
    sinforosa

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    1. Grazie Sinforosa!! Le tue parole sono sempre un incoraggiamento per me! Mi piace tanto parlare di questi argomenti, prima o poi avrò occasione di rifarlo :-)

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  4. come sai, di tragedie greche ho letto dolo MEDEA e devo dire che mi è piaciuta più di quanto aspettassi; questi tuoi post sono molto utili per me, mi aiutano a farmi un quadro esaustivo dell'argomento, e non ti nascondo che lo trovo sempre più affascinante!
    buon sabato!!!

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    1. Ciao Angela! Mi avevi parlato della tua lettura di Medea :-) Sono contenta di averti fatto conoscere meglio questo mondo!

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  5. arrivo a te girovagando tra i blog, complimenti un post davvero molto interessante! Un abbraccio lory

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    1. Ciao e benvenuta, grazie per essere passata! Ricambio l'abbraccio :-)

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