giovedì 1 febbraio 2018

LA CASA MUSEO BOSCHI DI STEFANO

Un tesoro artistico da scoprire a Milano




Cari lettori,
per la nostra rubrica “Eventi culturali”, oggi sono davvero felice di parlarvi di una piccola “meraviglia nascosta” proprio nel cuore di Milano, che ho scoperto grazie ad un passaparola e che probabilmente, da sola, non avrei mai individuato.

Si tratta della casa – museo appartenente alla Fondazione Boschi – Di Stefano.
Sono rimasta molto colpita da questo appartamento così particolare, ed ora vi spiego il perché!



La fondazione



La casa si trova appena più in là di una delle grandi arterie dello shopping milanese. Se conoscete Milano, avrete infatti senz’altro presente Corso Buenos Aires, raggiungibile con le fermate del metro Loreto, Lima e Porta Venezia. Lasciandovi Piazza Argentina alle spalle e poco dopo Piazza Lima, dovete semplicemente girare a sinistra, in via Francesco Redi, e poi di nuovo a sinistra, in via Giorgio Jan.

Vi renderete subito conto che in un attimo vi siete allontanati dalla “pazza folla” del corso, e vi sembrerà quasi di essere in una cittadina.


Proprio qui, al n°15, al secondo piano, c’è l’appartamento che ha ospitato per tanti anni i coniugi Antonio Boschi (1896 – 1988) e Marieda di Stefano (1901-1968). Marito e moglie si sono occupati di arte e di architettura per tutta la vita e, per motivi sia di lavoro che di interesse personale, hanno conosciuto moltissimi dei personaggi più di spicco del Novecento artistico italiano.

Non avendo eredi, hanno deciso che la loro casa, dopo la morte di entrambi, si sarebbe trasformata in un piccolo ma significativo museo aperto al pubblico.



Gli artisti ospitati




L’appartamento è composto da una decina di sale letteralmente ricoperte di quadri dipinti dai più famosi artisti del XX secolo. Le prime sale sono ricche di opere di Funi, Marussig, Tozzi, Carrà e Casorati.

Una sala con un lungo tavolo ed un buffet di legno è interamente dedicata a Sironi.

Un’ampia parete è riservata a Morandi, ed un salotto di vaste dimensioni è tappezzato di opere di Fontana.

In un piccolo corridoio sono radunati i pittori della corrente dei Chiaristi, mentre in una grande sala, che ospita anche un pianoforte, ci sono dei De Chirico di dimensione notevole. Non mancano gli artisti più concettuali, come Piero Manzoni, del quale si possono notare due grandi tele in una delle ultime stanze.


Per quanto tutto ciò possa sembrare incredibile, è tutto in un unico appartamento, tutto riunito sotto lo stesso tetto per la volontà di questa coppia innamorata dell’arte.



Le sculture e le opere di Marieda



Non solo i quadri sono protagonisti della casa museo: vi sono anche altre forme d’arte.

Vi sono innanzitutto molte sculture, principalmente di Arturo Martini.

Nel salotto dedicato a Fontana c’è una piccola sezione del Museo del Profumo, con campioncini di essenze e cosmetici che ormai hanno un valore quasi storico.

In una vetrina sono conservati dei reperti, come vasi e suppellettili, risalenti all’epoca antica.


La sorpresa più grande per il visitatore, però, sono le opere della stessa Marieda Di Stefano, che lavorava la ceramica in molti modi.
Davvero colorati e gradevoli i grandi piatti appesi all’ingresso; originali i candidi vasi a forma di corpo femminile; proprio simpatici, infine, i vassoi a forma di pesce.



L’arte nelle parole di Antonio Boschi



Il padrone di casa spiega così la sua intenzione di voler trasformare la sua casa in un museo:


«La collezione è stata opera comune di mia moglie Marieda Di Stefano e mia.

Opera comune nel senso totale: in quello materiale con le sue implicazioni e decisioni, di applicazione, di sacrifici finanziari e conseguenti rinunce in altri campi; e in quello artistico come concordanza di gusti, di indirizzi, di scelte...la prontezza quasi quotidiana nel rispondere alle vicende dei singoli artisti è stata in verità la molla che ci ha spinto a fare.

E mi pare meriti una spiegazione. Io penso che gli artisti siano una specie di radar che con le loro antenne, magari inconsciamente, captano con qualche anticipo sui comuni mortali i valori etici del loro tempo e tentano di renderli nelle loro opere.

Esempio classico Picasso che dalla affettuosa umanità dei Saltimbanchi della sua giovinezza è arrivato alla tragica ferocia della Guernica.

Anch’io ho sempre sentito tali valori e perciò mi sono trovato in sintonia con gli artisti giovani, con quelli cioè che si trovano nel periodo della creazione libera e non sono ancora prigionieri di se stessi, come purtroppo capita con l’andar del tempo a molti. Ché ben pochi sono quelli che mantengono le loro antenne libere e ricettive per lungo tempo…

La mia adesione quotidiana ai giovani pittori è stata, direi, prima di tutto una adesione spirituale perché sentivo nelle loro opere l’espressione di quei valori ai quali anch’io aspiravo.»




La Fondazione è sempre aperta, dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 18. Essa viene gestita principalmente da volontari che fanno i custodi. L’ingresso è gratuito e ci vuole meno di un’ora per visitarla...ma ne vale davvero la pena!

Spero tanto di avervi incuriosito. Qualcuno di voi conosceva già questa casa museo… o ha altri consigli da darmi? Fatemi sapere!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)



4 commenti :

  1. Cara Silvia, trovo questo post, molto interessante non conoscevo l'esistenza di questo interessante museo, grazie di averci informati!!!
    Ciao e buon pomeriggio con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Tomaso! Spero che anche tu riuscirai a fare una visita! Buon pomeriggio anche a te :-)

      Elimina
  2. Ciao Silvia, conosco la casa museo, ma non ho ancora avuto la possibilità di visitarla, anche se mi sembra davvero un posto interessante! A Milano sono bellissimi il museo Poldi Pezzoli e il museo Bagatti Valsecchi, che avevo recensito sul mio blog circa un anno e mezzo fa :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao!! Ricordo che mi hai detto di questi due musei...mi mancano! Ti saprò dire quando riuscirò a vederli!

      Elimina